La grotta dove 2mila anni fa un saggio galileo si nascondeva dai romani

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2017 - 05:29 OLTRE 6 MESI FA

Una colonna di calcare potrebbe essere la chiave per individuare la posizione di una grotta in cui, circa duemila anni fa, un saggio galileo si nascondeva dai soldati romani. La parte superiore della colonna è stata scoperta nel corso di lavori per ripristinare il sito di un’antica sinagoga di Israele, distrutta da un terremoto nel XIX sec. Esperti archeologi israeliani ritengono che la scoperta potrebbe far luce sulla vita che, 1.800 anni fa, conducevano gli abitanti della zona. Fondamentali testi ebraici parlano di saggi galileani che vivevano a Peqi’in, in Hadasha, compreso Rabbi Shimon Bar Yochai, che si dice si sia nascosto dai Romani.

Alcuni studiosi non sono d’accordo che la posizione corretta della grotta sia da individuare in questo luogo ma la scoperta della colonna, il team ritiene possa aggiungere informazioni importanti per la comprensione della colonia ebraica presente nella zona, nei periodi Romano e Bizantino. Le iscrizioni incise sulla colonna sono state analizzate dagli archeologi della Israel Antiquities Authority (IAA) subito dopo il ritrovamento.

Peqi’in è conosciuto come un luogo in cui, per centinaia di anni, ebrei e drusi hanno vissuto in pace. Nella tradizione ebraica, la città ha un posto importante, è famosa per la grotta che ospitava Rabbi Shimon Bar Yochai e suo figlio, il rabbino Elazar ben Shimon, dopo essere sfuggiti ai romani in seguito alla rivolta di Bar Kokhba. Peqi’in svolge anche un ruolo importante nella continuità ebraica in Terra Santa.

Dalla distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C., fino a pochi anni fa, nella città c’era costante presenza ebraica; nel corso del tempo, al fine di passare inosservati, gli ebrei hanno adottato abbigliamento e lingua dei vicini arabi, pur mantenendo la propria religione. Nella prima parte del XX sec, la vita per gli ebrei di Peqi’in è diventata sempre più difficile, le rivolte arabe del 1936 hanno costretto la maggior parte delle famiglie a fuggire e sono tornati in pochi.