La metropoli dei Purepecha in Messico rivede la luce, scoperte le rovine

Pubblicato il 15 Aprile 2010 - 20:54 OLTRE 6 MESI FA

I Purepecha, una delle più importanti civiltà centroamericane precolombiane, non saranno più un mistero. La scorsa estate gli archeologi della Colorado State University, coordinati da Christopher Fisher, hanno portato alla luce le rovine di un antico centro urbano nel bacino del lago Patzcuaro, nello Stato messicano del Michoacán, sei miglia vicino a quella che sarebbe poi divenuta la capitale dell’impero Purepecha, Tzintzutzan. Dopo mesi gli studiosi sono riusciti a mappare il sito e svelare usi e costumi del popolo messicano. La presentazione dei dati ufficiali sarà fatta durante l’incontro annuale della Society for American Archaeology

Lago Patzcuaro

Si tratta di un proto-centro urbano, che iniziò a essere popolato intorno al 1.000 d.C., per poi svuotarsi gradatamente verso il 1.350 e definitivamente nel 1.500. Case, piccoli templi, piazze e persino una piramide testimoniano questa civiltà che controllava buona parte del Messico occidentale e che fu individuata dagli europei solo quando ne era già iniziato il declino.

Il ritrovamento di questo insediamento, abitato al tempo da circa 40 mila persone, è importante anche dal punto di vista antropologico, in quanto rappresenta una finestra sorprendente su una tipica società in via di sviluppo e testimonia il modo in cui veniva affrontata inizialmente la complessità sociale. Non esistevano animali domestici e i resti degli edifici rivelano una comunità raccolta, che costituì un vero e proprio esempio di solidarietà e divisione del lavoro. Inoltre il piccolo centro urbano rappresenta uno dei primi esempi di intervento dell’uomo sull’ambiente, ai fini di migliorare le proprie condizioni di vita. I Purepecha ebbero un ruolo determinante nel tramonto definitivo dell’impero azteco (che viveva ai suoi confini). L’esercito di questi ultimi venne infatti sterminato da un’imponente offensiva della civiltà insediata sulle rive del lago Patzcuaro.