La Russia chiude Memorial, ong che denunciò i Gulag, grazie alla legge sugli ‘agenti stranieri’

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Dicembre 2021 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
La Russia chiude Memorial, ong che denunciò i Gulag, grazie alla legge sugli 'agenti stranieri'

La Russia chiude Memorial, ong che denunciò i Gulag, grazie alla legge sugli ‘agenti stranieri’ (Foto Ansa)

La Russia chiude Memorial, la più antica organizzazione per la difesa dei diritti umani nel Paese, che alla fine degli anni ’80 per prima squarciò il velo sull‘orrore dei Gulag e le brutalità della repressione sovietica.

La decisione è arrivata con una sentenza della Corte Suprema di Mosca che ha accusato Memorial di essere “un pericolo pubblico” e di ricevere denaro dall’Occidente per mettere in luce i crimini dell’Urss invece del suo “glorioso passato”.

A nulla sono valsi gli appelli di Ue, Onu e gran parte della comunità internazionale contro il suo smantellamento.

Le origini della ong Memorial, chiusa dalla Corte suprema in Russia

Memorial era stata fondata nel 1989 dal premio Nobel per la Pace Andrei Sakharov per recuperare la memoria di milioni di persone innocenti giustiziate, incarcerate o perseguitate dal regime sovietico. 

La decisione di “sciogliere” l’organizzazione arriva alla fine di un anno nero per ong e attivisti in Russia iniziato con l’arresto del più importante oppositore di Vladimir Putin, Alexei Navalny, e proseguito con una stretta senza precedenti su media e organizzazioni indipendenti.

La Russia chiude Memorial grazie alla legge sugli agenti stranieri

Formalmente Memorial è stata sciolta dalla giudice Alla Nazarova in base alla controversa legge sugli “agenti stranieri”, che bolla tutte le organizzazioni che ricevono finanziamenti internazionali come “contrarie agli interessi della Russia”.

La Corte ha ritenuto l’ong “colpevole” di non aver contrassegnato tutti i suoi post sui social media con l’etichetta “agente straniero”, come richiesto dal provvedimento.

Ma durante l’udienza il pubblico ministero ha anche accusato Memorial di “creare una falsa immagine dell’Urss come Stato terrorista” e di “denigrare la memoria della Seconda guerra mondiale”.

Memorial: “Pronti al ricorso”

“Questa non è la fine”, ha detto però fuori dal tribunale l’avvocato della ong Maria Eismont.

In un comunicato Memorial ha annunciato che farà ricorso e troverà le “vie legali” per continuare a lavorare.

Indignazione e preoccupazione per la decisione sono state espresse da più parti.

Le intimidazioni contro Memorial

Memorial ha subito pressioni per anni ma secondo gli analisti la situazione è peggiorata dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014.

L’ultima di una serie di intimidazioni risale allo scorso ottobre, quando un gruppo di nazionalisti ha fatto irruzione al grido di “fascisti” nella sede di Memorial durante una proiezione del film ‘Mr Jones’ (‘L’ombra di Stalin’) che racconta la tragedia dell’holodomor, la carestia provocata dal regime sovietico tra il 1932 e il 1933 che causò milioni di morti nell’attuale Ucraina.

I timori per l’ong Memorial Human Rights Centre

Adesso gli attivisti temono per l’ong sorella, Memorial Human Rights Centre, che si occupa di documentare la repressione politica e le violazioni dei diritti contemporanee, finita anch’essa nel mirino delle autorità russe per presunte violazioni della legge sugli agenti stranieri.

La sentenza sul suo caso è attesa entro la fine della settimana.