Liberalizzazioni, taxi fermi in tutta Italia il 23 gennaio

Pubblicato il 11 Gennaio 2012 - 16:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Fermo nazionale dei taxi il 23 gennaio prossimo. Lo hanno deciso i sindacati nazionali dei tassisti, riuniti a Bologna, nel quadro delle ”azioni di lotta da intraprendere a fronte della mancata convocazione del Governo, nei prossimi giorni, per contrastare i provvedimenti annunciati in tema di liberalizzazione del settore”.

In una nota unitaria, i sindacati nazionali dei tassisti hanno inoltre deciso per lunedì 16 gennaio a Roma, un’assemblea nazionale dei taxisti fuori turno, durante la quale ”una delegazione consegnerà all’Autorità Antitrust un documento dove saranno evidenziati gli errori e le negatività contenute nella recente segnalazione”.

Inoltre, ”in caso di decisione unilaterale da parte del Governo – si legge ancora – la categoria si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute più opportune”.

”Se il Governo deciderà unilateralmente, si scioglieranno le righe e prenderemo misure drastiche”, ha detto il presidente nazionale di Uritaxi, Loreno Bittarelli, uscendo dalla riunione del ‘parlamentino’ nazionale dei tassisti italiani, a Bologna. Bittarelli ha aggiunto che tra le ipotesi che potrebbero essere discusse, e quindi decise, nell’assemblea di lunedì al Circo Massimo c’è anche la possibilità che i tassisti escano senza rispettare i turni.

Liberalizzazioni a tutto campo. Alimentari e tabacchi ai distributori, stop ai contratti di esclusiva tra gestori e compagnie, con la possibilita’ di rifornirsi ”da qualsiasi produttore”, e vendita o riscatto di un terzo degli impianti di carburanti. Sono queste alcune delle novita’ contenute in una prima bozza del decreto liberalizzazioni.

I gestori, si legge, ”possono liberamente rifornirsi da qualsiasi produttore o rivenditore”. Eventuali clausole contrattuali che prevedano ”forme di esclusiva nell’approvvigionamento sono nulle per violazione di norma imperativa di legge, per la parte eccedente il 50% della fornitura complessivamente pattuita e comunque per la parte eccedente il 50% di quanto erogato nel precedente anno dal singolo punto vendita”.

Ai distributori e’ inoltre data la facolta’ di vendere i cosiddetti prodotti ‘non-oil’: alimentari e bevande, quotidiani e periodici, caramelle e gomme, tabacchi. Infine per ”favorire le dinamiche concorrenziali e l’efficienza della rete”, la proprieta’ degli impianti di distribuzione ”puo’ essere riscattata” nei confronti degli attuali proprietari che operino nella produzione, nella raffinazione o nella commercializzazione, fino al limite complessivo di un terzo della rispettiva dotazione, dai gestori (soli o in cooperativa) o da ogni altro soggetto imprenditoriale che non operi gia’ nel settore. Allo stesso tempo e’ consentita l’aggregazione tra gestori e imprenditori ”al fine di sviluppare la capacita’ di acquisto all’ingrosso di carburanti, di servizi di stoccaggio e di trasporto dei medesimi”.