Libia, atterrati a Roma Gino Pollicardo e Filippo Calcagno

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Marzo 2016 - 07:54 OLTRE 6 MESI FA
Libia, atterrati a Roma Gino Pollicardo e Filippo Calcagno

Libia, atterrati a Roma Gino Pollicardo e Filippo Calcagno

ROMA – Alla fine sono rientrati in Italia nella prima mattina di domenica Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due dipendenti della Bonatti rapiti il 19 luglio del 2015 a Mellitah, in Libia, e liberati solo pochi giorni fa.

I due tecnici sono atterrati alle 5 all’aeroporto di Roma Ciampino, dopo essere partiti verso le 3:30 dall’aeroporto di Mitiga a Tripoli, a bordo di un’aereo speciale.

Ad accoglierli sulla pista il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che si è intrattenuto alcuni istanti con loro e li ha abbracciati, ed il generale Giuseppe Governale, comandante dei Ros. Poi l’intenso abbraccio con i familiari: la moglie di Pollicardo, Ema Orellana, e i figli Gino junior e Jasmine; emozionatissimi anche Maria Concetta Arena, moglie di Calcagno, giunta a Ciampino insieme a i figli Cristina e Gianluca. Sbarbati, stanchi e visibilmente provati, i due tecnici hanno a stento trattenuto le lacrime.

Come da prassi, Pollicardo e Calcagno hanno poi incontrato il pm Sergio Colaiocco. Molti ancora i punti oscuri di tutta la vicenda – che ha subito una drammatica accelerazione negli ultimi giorni dopo mesi di silenzio -, a partire dall’identità dei rapitori, dalle modalità della liberazione, fino alla morte dei loro colleghi rimasti uccisi Salvatore Failla e Fausto Piano. Non è ancora chiaro quando le loro salme rientreranno in Italia, al momento ancora in Libia, presumibilmente a Sabrata.

TRIPOLI: “NO AD INTERVENTO STRANIERO” – Nel frattempo dalla Libia si è levato un secco no ad ogni intervento straniero. Il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Aly Abuzaakouk, ha detto che il suo governo non accetterà mai alcun intervento militare in Libia ammantato sotto qualsiasi ‘scusa’. Lo riferisce l’agenzia Mena sintetizzando una “dichiarazione televisiva” fatta ieri dal ministro.

Su eventuali operazioni internazionali contro “coloro che si riconoscono nell’Isis“, Abuzaakouk ha detto che “siamo in grado di combattere questi gruppi e respingere qualsiasi intervento militare nel Paese”, riferisce l’agenzia egiziana. La Mena aggiunge che il ministro ha smentito di aver detto ai media italiani di aver bisogno di un ruolo dell’Italia nella guida delle operazioni internazionali.

(Foto Ansa)