Il bluff di Gheddafi: “Dove sono? Qui le bombe Nato non possono raggiungermi”

Pubblicato il 13 Maggio 2011 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA

Muammar Gheddafi

TRIPOLI – “Mi trovo in un posto in cui non potete raggiungermi”, dopo due settimane di silenzio Muammar Gheddafi beffa tutti con un messaggio audio. Le bombe della Nato “non possono raggiungemi” perché mi trovo “nel cuore di milioni di libici”. Per giorni la domanda sul rais di Libia era una soltanto: che fine ha fatto? E’ vivo o morto?

A chi pensava di averlo eliminato il colonnello risponde così, senza metterci la faccia, sempre che il messaggio sia autentico. D’altronde il vicario di Tripoli, il vescovo Martinelli lo aveva lasciato intendere e il ministro Franco Frattini aveva fatto da cassa di risonanza: “Muammar Gheddafi probabilmente è ferito, ma non sappiamo dov’è”.

Nel giro di un paio d’ore è arrivata prima la smentita di Tripoli, il rais non sarebbe ferito e non sta scappando, ma soprattutto è giunta la notizia che tutti si aspettava: “E’ vivo, è a Tripoli”.

Sulle sorti di Gheddafi si sono interrogati in molti, ma nessuno rispondeva. La Nato, rea di avere bombardato due sabati fa, nella notte del 30 aprile, il bunker del rais, aveva liquidato la questione dicendo che non aveva nessuna certezza su cosa fosse accaduto al rais. Poi il vescovo Martinelli aveva rotto gli indugi e aveva dato la sua chiave di lettura: “Gheddafi non è morto, è vivo. Probabilmente è partito, non è a Tripoli, ma la mia impressione è che sia in Libia. Non ci sono nella società segnali di un lutto”.

Alla fine Frattini ha parlato di una fuga da Tripoli, ma non dal Paese. Per Frattini, intervistato dal Corriere.it “un dato è certo: la pressione internazionale ha verosimilmente provocato la decisione da parte di Gheddafi di mettersi al riparo in un luogo più sicuro”.