Libia, Safia: “Schiava sessuale di Gheddafi. Con me anche ragazze italiane”

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI, 15 NOV – ”Muammar Gheddafi ha saccheggiato la mia vita”. Safia ha 22 anni ma se ne sente il doppio addosso. Al quotidiano Le Monde la giovane libica racconta cinque anni di calvario trascorsi nell’harem dell’ex rais. Anche se per lei testimoniare, dice, è pericoloso.

Racconta di come è stata rapita da ragazzina, violentata, picchiata, obbligata a partecipare a festini a base di sesso, droga e alcool, insieme ad altre ragazze, anche italiane – precisa -, belghe, egiziane.

Una testimonianza, la sua, che sembra integrarsi con il racconto fatto al britannico Daily Mail dall’ex chef del defunto rais, il ventinovenne Faisal, che racconta della sua dipendenza dal sesso, che lo induceva a ingoiare grandi quantitivi di Viagra, tanto da indurre un’infermiera a metterlo in guardia sui pericoli per la salute. Secondo Faisal, poche ore prima di incontrare il principe Andrea nel 2008, Gheddafi si portò a letto quatro donne. A volte, dice Faisal, ce n’erano cinque.

Le sue famose ”amazzoni”, le pretoriane di cui si circondava, dicono di aver dovuto fare sesso con lui. Alcune, le più scaltre, si facevano regalare ville e grosse somme in denaro, dice il Mail. Le altre donne che lui notava erano invece costrette e subire la sua violenza e basta. Un destino, quest’ultimo, toccato anche a Safia.

Aveva solo 15 anni, nel 2004, quando Gheddafi la vide per la prima volta, mentre visitava il liceo dove la giovane studiava. Il colonnello, racconta, si fermò ad accarezzarle i capelli e fece un segno alle guardie del corpo, come per dire: ”Questa, la voglio”.

Il giorno dopo ”tre donne in uniforme al servizio del dittatore” andarono a prenderla per consegnarla al rais, che all’epoca aveva 62 anni. Era l’inizio di un incubo: ”Non basterà raccontare, nessuno saprà mai cosa ho vissuto davvero, nessuno potrà mai immaginarlo”, confida la giovane a Le Monde, che l’ha incontrata a Tripoli a fine ottobre dopo la morte del dittatore.

”Quando ho visto il cadavere esposto alla folla – confessa – ho avuto un breve piacere, poi ho sentito un gusto amaro in bocca”. A 15 anni Safia era la più giovane di quella sorta di harem, composto da una ventina di ragazze tra i 18 ed i 19 anni. Mentre lei singhiozzava e si dibatteva, qualcuno la obbligò ad indossare un completo di biancheria sexy e le mostrò come sfilarlo sensualmente, a tempo di musica.

Quel giorno Gheddafi la violentò dopo che lei aveva tentato di fuggire: ”Sono diventata la sua schiava sessuale. Mi ha violentata per cinque anni”, racconta. Il suo tempo lo passava a piangere e a farsi bella, perché doveva essere sempre pronta a ricevere il rais. Dopo alcuni anni, lui la reclamava ancora, due, tre volte a settimana. Il suo corpo portava il segno di morsi, di colpi. I seni erano graffiati. Aveva continue emorragie.

Un giorno del 2009 il colonnello, vedendola depressa, le concesse di andare a trovare i genitori. E fu il papà a organizzare la sua fuga. Ora Safia, che continua a fare incubi di notte, piange e si sente ”demolita”, vorrebbe testimoniare in un tribunale. Ma ha paura: ”Gheddafi ha ancora dei fedeli e poi – aggiunge – qui le donne sono sempre colpevoli”.