Libia, Human Rights: “A Bengasi il bilancio più pesante: 55 morti”

Pubblicato il 19 Febbraio 2011 - 13:27 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ Bengasi, capoluogo della Cirenaica tradizionalmente avversa a Gheddafi, la città dove ci sono state più vittime nella repressione delle proteste popolari contro il leader libico, al potere da 42 anni. Lo rivela sul suo sito la ong per i diritti umani Human Rights Watch, che accanto al bilancio complessivo di 84 morti, offre anche un conteggio delle vittime per ciascuna città. Secondo HRW, giovedì 17 febbraio ci sono stati 20 morti a Bengasi, 23 ad Al Baida, 3 ad Ajdabiya e 3 a Derna.

Ieri, venerdì 18 febbraio, le forze di sicurezza a Bengasi hanno ucciso 35 persone. Quasi tutte le vittime di ieri avevano ferite da arma da fuoco al petto, al collo e alla testa. Le proteste si sono concentrate nelle città dell’est del paese, dove il potere del leader della Jamahiriya è meno forte. Testimoni hanno riferito alla ong che dopo le sparatorie di ieri, in serata i manifestanti riuniti intorno al palazzo di giustizia hanno continuato ad aumentare, fino a diventare migliaia. A Baida ieri sono state sepolte le 23 persone uccise negli scontri il giorno prima: la polizia pattuglia le strade e non ci sono stati incidenti.

Ad Ajdabiya ieri sera c’erano manifestazioni di proteste, ma nessuna violenza. HRW riferisce che la situazione nella capitale Tripoli è tranquilla, ma che un uomo è stato prelevato a casa insieme allo zio dalla polizia e portato in una località sconosciuta, a causa di messaggi che aveva postato su Facebook. “Le forze di sicurezza di Muammar Gheddafi stanno sparando su cittadini libici e uccidendone decine solo perché chiedono un cambiamento e che i governanti rispondano del loro operato – ha detto Jack Stork, vice direttore di Human Rights Watch per il medio Oriente e il Nordafrica -. Il governo libico non permette ai giornalisti e agli attivisti per i diritti umani di lavorare liberamente. Ma il mondo guarda cosa sta avvenendo e le forze violente e i loro comandanti possono essere chiamati a rispondere”. Testimoni hanno riferito a HRW che ieri a Bengasi forze di sicurezza con uniformi gialle hanno aperto il fuoco su manifestanti vicino a una base delle stesse forze nel centro della città, la Fadil Bu Omar Katiba. Un alto funzionario dell’ospedale cittadino “Al Jalaa” ha detto alla Ong che la sua struttura ieri ha ricevuto i corpi di 35 persone uccise nella giornata. “Abbiamo chiesto a tutti i dottori di Bengasi di venire in ospedale e a tutti di donare sangue perché non ho mai visto niente di simile prima”, ha dichiarato la fonte alla ong.