ROMA – Sono oltre 100 gli italiani in fuga dalla Libia mentre scontri armati ed esplosioni continuano ad essere registrati a Tripoli e in altre località del Paese. Al momento non ci sono ordini di sgombero, ma la Libia è sull’orlo della guerra civile e gli italiani, come anche gli altri occidentali, si danno alla fuga prima che la situazione degeneri.
La Farnesina ha deciso di scortare gli italiani che hanno chiesto di rientrare a casa:
“Di fronte dell’aggravarsi della crisi in Libia, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha disposto da giorni un piano di tutela dei connazionali nelle zone più a rischio che attraverso l’ambasciata a Tripoli e in raccordo con l’Unità di crisi, aveva già attivato un monitoraggio della presenza italiana nel Paese.
L’uscita dalla Libia è avvenuta con convogli via terra verso la Tunisia e con il ricorso a velivoli dedicati disposti dall’unita di crisi, uno dei quali è partito proprio questa mattina, grazie al concorso della nostra aeronautica militare, con destinazione Pisa”.
Nonostante l’urgenza di rientro, spiega la nota, tutte le operazioni vanno avanti da giorni e in modo tranquillo:
“Su richiesta di alcuni governi l’Italia si è occupata anche del trasferimento di persone di nazionalità diversa”.
Dopo lo sgombero del 26 luglio dell’ambasciata americana a Tripoli, il 27 sono stati alcuni Paesi Ue – Gran Bretagna, Germania, Olanda e Francia – a chiedere ai propri connazionali di lasciare il Paese al più presto. Il sito della Farnesina “Viaggiare sicuri” sconsiglia “tassativamente” di recarsi a Bengasi o in Cirenaica e invita
“i connazionali ad evitare temporaneamente viaggi anche nella capitale”.
L’ambasciata a Tripoli resta comunque “aperta, operativa e sempre contattabile”:
“La nostra ambasciata continua ad assicurare il massimo impegno a tutela della collettività e degli interessi italiani in Libia”.
Dal canto suo, l’Eni ha infatti reso noto che “le attività proseguono regolarmente”, pur monitorando “con attenzione l’evolversi della situazione”.
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