“Lasciami morire”: la richiesta di Ryan, 9 anni, alla mamma Kimberly

Pubblicato il 15 Maggio 2012 - 14:38 OLTRE 6 MESI FA

CLARKSTON (MICHIGAN) –  “Mamma lasciami morire”. Questa la struggente richiesta di un bambino di 9 anni malato di tumore. Ryan l’ha chiesto alla madre Kimberly Morris-Karp dopo 5 anni di lotta contro un aggressivo cancro al cervello. Chemioterapie ed interventi non hanno potuto nulla contro la malattia. Ed il bimbo è stanco di lottare. Vuole vivere come gli altri bambini, vuole giocare e finalmente poter festeggiare un compleanno, il 24 maggio, fuori dal reparto di un ospedale.

“Senza una nuova operazione, probabilmente non ci sarà più un altro compleanno”, gli hanno dovuto spiegare i genitori. Ma Ryan di cure non ne vuole più sapere. La madre Kimberly racconta: “Quando gli ho detto che il tumore era cresciuto si è messo a urlare ripetendo: te l’ho detto, mamma, non voglio più fare niente. Ho finito, finito con queste cose. Mi fanno solo male”.

Difficile per una madre ascoltare l’urlo di disperazione del figlio. Ancor più difficile la scelta di assecondarlo. Scelta che richiede un gran coraggio. Nessuna madre vuole vedere il figlio sopportare il dolore, fisico e psicologico, del male che lo divora giorno per giorno. Nessuna vorrebbe dover affrontare una diagnosi che non lascia speranze. Cure o non cure, Kimberly non potrà vedere suo figlio crescere come tutti i ragazzi normali, i dottori glielo hanno spiegato chiaramente.

E allora arriva la decisione di accogliere la decisione. Una decisione che agli occhi della comunità e degli altri genitori avrebbe potuto sembrare insensata. Basta lottare contro la malattia, Kimberly lascerà a Ryan la possibilità di vivere il tempo che gli rimane come un ragazzo normale: “Mio figlio mi ha spiegato che vuole finire i suoi giorni facendo le cose che ama fare. Ne abbiamo discusso in famiglia e ci ha informato che non voleva più assumere medicinali né subire altre operazioni perché era tutto troppo doloroso. Ryan vuole finire i suoi giorni divertendosi. Gli abbiamo organizzato una vacanza al mare, dove ha nuotato come desiderava da tempo. E ora stiamo cercando di realizzare tutti i suoi sogni”.

Un coraggio che agli occhi della comunità di Clarkston, la città del Michigan in cui vivono, non è passato inosservato. Migliaia di persone sono rimaste colpite dalla storia di Ryan ed hanno deciso di raccontarla, lodando il coraggio di quella mamma che nella tragedia si è sentita forse un po’ meno sola: “Mai mi sarei aspettata di ricevere tanto appoggio”. Ora Ryan potrà godere di quell’infanzia che la malattia gli ha negato, che l’ha reso un piccolo uomo nei gesti e nei pensieri. E potrà finalmente festeggiare tra giochi ed amici il suo prossimo compleanno.