Marò, ministro esteri indiano: “Buona fede è un’attenuante. No pena di morte”

Pubblicato il 29 Aprile 2013 - 13:30| Aggiornato il 23 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

NEW DELHI – Non rischiano la pena di morte i marò, Latorre e Girone, accusati di aver ucciso due pescatori, a largo delle coste indiane. Il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid torna a riaccendere le speranze e parlando con i giornalisti a margine di una sua visita a Mosca, spiega che per la legge indiana esiste una formula attenuante che potrebbe rivelarsi cruciale nel caso dei nostri marò.

 ”Se uno agisce in buona fede – ha sottolineato – non c’è colpevolezza penale e dunque il rischio pena di morte è scongiurato”.

Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, è bene ricordarlo, sono al centro di un caso diplomatico tra India e Italia che ha portato alle dimissioni dell’ex ministro degli Esteri Italiano, Giulio Terzi di Sant’Agata perché contrario al loro rientro in India.

I marò sono ora in attesa di processo. Secondo Kurshid il dibattimento d’aula “potrebbe durare due, tre mesi” e ha poi auspicato che la sua collega Emma Bonino “venga informata a breve adeguatamente” sul caso e che “possa metterlo nella giusta prospettiva per andare avanti”.