Marocco, ragazza di 17 anni rapita, violentata e torturata con tatuaggi osceni dal branco per 3 mesi

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Agosto 2018 - 23:46 OLTRE 6 MESI FA
Marocco, ragazza di 17 anni rapita, violentata e torturata con tatuaggio osceni dal branco per 3 mesi

Marocco, ragazza di 17 anni rapita, violentata e torturata con tatuaggio osceni dal branco per 3 mesi (La raccolta firme per Khadjia)

RABAT – L’intero Marocco è scosso dalla storia di Khadija, una ragazza di 17 anni che è stata rapita, violentata e torturata dal branco in Marocco che l’ha tenuta in ostaggio per tre mesi, a pochi chilometri da Casablanca. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] In dieci, forse addirittura in dodici, le hanno lasciato oltre ai segni della tortura anche orribili tatuaggi su tutto il corpo.

E adesso la rete si mobilita con una raccolta di fondi per aiutarla a uscire dall’incubo; la petizione ha raggiunto le 15mila firme. Un disegno che riproduce una ragazza nuda e tatuata col volto coperto dalla scrittura SOS è diventato virale insieme all’hashtag ‘siamotuttikhadija’.

La storia è stata rivelata dalla stessa vittima che nei giorni scorsi, dopo aver denunciato le violenze subite, ha deciso di raccontare tutto in tv. “Non riuscirò mai a perdonarli, mi hanno distrutta”, dice mentre la telecamera mostra la croce uncinata, i disegni pornografici e gli insulti tatuati sulla sua pelle. “Ho tentato un sacco di volte di scappare, sono sempre riusciti a prendermi. Non potevo mangiare né bere e nemmeno lavarmi”, racconta. E, aggiunge, “mio padre ha pregato uno di loro di liberarmi in cambio del silenzio. Solo così sono riuscita a tornare a casa. Sono stata io a denunciare tutto alla polizia. Voglio giustizia”.

Nel più assoluto riserbo l’inchiesta procede; una dozzina di sospetti sarebbero stati interrogati e ci sarebbe anche la data di una prima udienza fissata il 6 settembre. Tutte indiscrezioni diffuse dai giornali locali e non confermate.

Lo choc è totale, ma tra raccolte di firme e tatuatori che si offrono di cancellare gli orribili disegni, ai giornali sfugge il nome di famiglia della vittima che è anche minorenne.

Nel 2017 i casi di violenza denunciati sono stati 1.600, pari al doppio di quelli dell’anno precedente. Il caso più famoso è quello di Amina Filali, che nel 2012 si suicidò per essere stata costretta a sposare il suo violentatore. La vicenda aveva sollevato una tale ondata di indignazione da costringere il Marocco a riscrivere l’articolo del codice penale che cancellava la pena col matrimonio riparatore. A febbraio 2018 è entrata in vigore la legge che tutela le donne contro ogni violenza e punisce per la prima volta anche le molestie.