Lettera del marò Latorre: “Grazie italiani. Vicini a vittime del terremoto”

Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 21:05 OLTRE 6 MESI FA

Massimiliano Latorre (Lapresse)

KOCHI (INDIA) – Massimiliano Latorre, uno dei due marò accusati della morte di due pescatori indiani il 15 febbraio scorso, alla vigilia del processo, prende carta e penna e scrive una lettera al Tg5. Con una certa suspence legata alla libertà dietro cauzione, concessa ma non ancora resa effettiva, Latorre, insieme a Salvatore Girone si presenterà sabato davanti alla Session Court di Kollam, per l’avvio del processo a loro carico.  E’ una lettera di ringraziamenti quella del marò Latorre, per l’abbraccio di tutti gli italiani che non li hanno abbandonati: al primo posto c’è l’Italia e i tanti connazionali che stanno affrontando il dramma del terremoto.

Ecco il testo integrale della lettera:

Carissimi amici scrivo questa lettera alla luce degli eventi che si susseguono in maniera convulsa, con una sensazione di leggerezza nel cuore, il mio primo pensiero e’ andato alla mia dolce Italia, che rappresenta tutto per me, cosa fondamentale, la mia casa, le mie radici, ma prima di tutto i miei figli. Ho ancora in animo questi mesi difficili trascorsi in detenzione, durante i quali ripetevo a me stesso che presto tutto sarebbe finito. La mia più grande preoccupazione è stata fin dal principio rivolta ai miei figli ed al timore di come questa vicenda avrebbe avuto impatto sulla loro psiche, e la sofferenza di non essere lì a rassicurarli. Il timore è sempre stato quello di lasciare un trauma nella loro vita, pensavo che tutto quello che poteva arrivare attraverso i media potesse in qualche modo travolgerli. Ora, questa importante svolta ci fa ben sperare sulla possibilità di ritornare presto a casa, ed il nostro animo si fa più forte”.    

”Penso e sono sicuro che questo sia il risultato dell’attento lavoro degli avvocati e dell’autorità italiana, che mai, in tutto questo tempo, ci hanno abbandonati. Forse si è sentito l’abbraccio della mia patria quando ho potuto riabbracciare i miei cari in questa terra straniera. Mi sono giunti e mi giungono messaggi di affetto dagli italiani che si sono mobilitati per la nostra causa e la sensazione che avvertiamo qui è proprio come quella di una grande famiglia che si preoccupa dei propri cari. La condivisione del dolore e delle difficoltà ha reso tutto molto più sopportabile, per questo oggi e sempre ringrazierò i miei famigliari, i miei amici, i miei colleghi e voi italiani tutti che con le vostre manifestazioni di affetto avete occupato uno spazio importante nel mio animo, sempre rincuorato”.    

”Un pensiero va anche ai cittadini indiani che in questo periodo hanno svolto il loro lavoro, restandoci accanto, mantenendo sempre un rispettoso rapporto e dialogo, facendoci sentire meno soli. Nonostante tutto la nostra situazione è stata trattata con il giusto rispetto delle leggi e nonostante il pesante lutto che le famiglie degli indiani coinvolti hanno sentito, pochi sono stati questi momenti in cui abbiamo avuto paura delle conseguenze scatenate dal dolore e dalla rabbia di questa gente. E oggi, ancor più, sappiamo che con loro possiamo dialogare.

Concludo esprimendo tutta la mia gratitudine, per chiunque in questo periodo abbia sprecato una parola per la situazione in cui siamo coinvolti io e Salvatore, e mi piacerebbe rivolgerne una per gli italiani che oggi so, che affrontano giorni di lutto, dolore e paura nelle terre sconvolte dal terremoto. Difficile sempre è poter pensare che durante lo svolgimento del proprio lavoro si possa essere colpiti da una tragedia. Penso che noi italiani nelle situazioni di difficoltà riusciamo a trovare la forza di esaltare la nostra capacità di condivisione e di ripresa. Siamo forti perché restiamo uniti, perché il dolore di uno fa parte di tutti. Ed è quello che anche qui lontano possiamo sentire. Il pensiero adesso è rivolto ai giorni che verranno, sicuramente potrò sentire con più libertà i miei cari sognando il giorno di rivedere il sorriso sui volti dei miei figli, la forza che mi sostiene. Grazie a tutti. Con sincero affetto, Massimiliano Latorre