Messico, veterinario italiano licenziato per aver parlato con due gay

Pubblicato il 24 Febbraio 2012 - 18:28 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL MESSICO – Licenziato perché alla mensa si era permesso di parlare con due omosessuali. Il caso viene dal Messico ma la vittima è un veterinario italiano, Mauro Pancrazi, arrivato nel Paese per lavoro. La storia di Mauro ha avuto una certa eco a livello internazionale.  Dopo il licenziamento, Pancrazi si è rivolto al dipartimento di ecologia del municipio di Los Cabos “per chiedere un risarcimento per le discriminazioni che ho ricevuto, per l’ingiusto licenziamento e per avermi buttato sulla strada”. Ha anche scritto all’ambasciata italiana senza però ricevere una risposta. Da quasi un mese è senza stipendio ed è ospite di una comunità di americani. La sua storia la racconta Il Tirreno.

Secondo la versione di Pancrazi le cose sono andate così. Dopo circa un mese di lavoro presso il “Campamento Tortuguero” a Los Cabos, Pancrazi comincia a notare alcune stranezze. “La mia coinquilina, una collega biologa, inizia a non parlarmi più – racconta -. Al lavoro i colleghi prendono le distanze. Pochi giorni dopo, la responsabile del campo, Graciela Tiburcio, mi comunica il licenziamento, accusandomi di essere indisciplinato e umiliandomi davanti ai colleghi. Resto incredulo e chiedo un incontro per avere spiegazioni”.

Dopo una settimana la responsabile del progetto convoca Pancrazi. “Mi ha spiegato – racconta – che due colleghi non volevano più lavorare con me perché, secondo loro, sono omosessuale. Per questo non potevo più far parte del loro staff. Alla fine mi ha detto che in Messico sono molto “machi”, c’è molta omofobia e il marito vuole uccidere tutti i gay. Mi ha dato una settimana per organizzarmi e andare via”.

“Frequentavo una mensa dove spendevo i buoni pasto che ricevevo. Avevo stretto amicizia con due ragazzi gay e spesso pranzavamo insieme. Il personale della mensa – spiega Pancrazi – ha riferito ai miei colleghi queste mie amicizie e loro si sono lamentati della mia presunta omosessualità. Io non sono gay, ma un ragazzo molto aperto con tutti e per questo ho avuto molti problemi in Messico”.

Ora Pancrazi vive in una comunità di americani. “È tipo una comunità hippie anni Sessanta. Mi danno da mangiare e un posto per dormire e io, in cambio, aiuto a lavorare la terra. Mi rimangono 200 euro che non bastano neanche per tornare in Italia. A marzo partecipo al congresso internazionale sulle tartarughe che si terrà in Messico. Cercherò di stringere rapporti per un nuovo lavoro. È la mia ultima possibilità”.