Meriam Yahia Ibrahim avrà un nuovo processo: esclusa la pena di morte
Pubblicato il 16 Maggio 2014 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA
KARTHOUM – Meriam Yahia Ibrahim, la donna sudanese incinta condannata a morte per apostasia, “avrà un nuovo processo. Sarà la Corte Suprema ad affrontare il suo caso. Ed è possibile scongiurare la condanna a morte”. Lo riferisce Antonella Napoli, presidente di Italians For Darfur citando rassicurazioni di avvocati raccolte da Khalid Omer Yousif della Ong Sudan Change Now.
Mariam è stata arrestata lo scorso 17 febbraio insieme al primo figlio di 20 mesi. E’ incinta di otto mesi e sposata con Daniel Wani, un sud-sudanese cristiano.
Lei, invece, è sudanese e nel suo Paese è considerata musulmana, perché nata da un padre musulmano. In base alla sharia, una donna musulmana non può sposare un uomo di un’altra fede e i figli nati dalla loro unione sono quindi considerati illegittimi e frutto di adulterio.
Nel suo comunicato Italians for Darfur ha scritto:
“Noi, con le altre organizzazioni mobilitate continueremo la nostra battaglia per salvare Meriam, come abbiamo fatto in passato per Layla e Intisar, condannate alla lapidazione per adulterio e poi graziate grazie alla nostra mobilitazione”.