Messico: i narcos ora utilizzano le “bonitas”, giovani ragazze che si trasformano in sicari

Pubblicato il 18 Agosto 2010 - 12:23| Aggiornato il 19 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

Ragazze che decidono la vita e la morte. Succede a Ciudad Juarez in Messico, la città più violenta al mondo. Qui, i narcos reclutano ragazze giovanissime e le trasformano in assassine.

Ragazze belle che utilizzano la seduzione per aprire il fuoco, qui vengono chiamate bonitas:  “Sono adolescenti piuttosto belle, che ingannano in questo modo gli avversari” spiega Rogelio Amaya, un uomo arrestato in questi giorni che faceva parte de “La Linea”, il braccio armato del cartello di Juarez che da anni combatte una sanguinosa guerra con il gruppo rivale dei “Sinaloa” per il controllo del traffico droga, armi e denaro al confine tra il Messico e gli Stati Uniti.

Il cartello Juarez ha 20- 30 donne, con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni, addestrate per uccidere, racconta Amaya. La maggior parte di queste, provengono da famiglie a basso reddito. Il gruppo armato di donne dell’ organizzazione criminale hanno iniziato – racconta  Amaya, – “andando con la macchina a prendere le armi”.

Le donne, inizialmente, hanno avuto un ruolo di supporto ai “ripulitori”, termine con il quale si indicano i team incaricati di spazzare via gli avversari a colpi di Kalashnikov e Ar 15. Poi, con il “crescere della domanda” e delle contromisure adottate dai padrini, sono intervenute in modo diretto negli agguati che hanno insanguinato la località messicana. Ai narcos non mancano certo i sicari, però impiegando le bonitas possono contare sull’effetto sorpresa.

Lo scontro nella zona continua ad essere molto cruento: fonti della polizia hanno calcolato che nell’ultima settimana si è avuto nella regione un omicidio ogni ora. Un dato che non deve sorprendere. In primavera vi era al confine tra il messci e gli Usa un assassinio ogni 34 minuti.

Le ragazze, sempre secondo la confessione del narco, avrebbero tra i 18 e i 30 anni ma mostrerebbero la determinazione delle veterane. Abili nello sparare, scaltre nel tendere “trappole di miele” per i rivali, rapide nelle missioni di intelligence. Spesso alle donne è affidato il compito di tenere d’occhio gli obiettivi dei possibili raid e magari di entrare in azione se il bersaglio commette qualche errore o abbassa la guardia. I combattimenti tra le varie bande in Messico non sono più brevi scaramucce, ma conflitti a fuoco che possono durare anche un’ora. E i narcos si muovono come formazioni paramilitari, a bordo di lunghe colonne di veicoli spesso blindati con un arsenale spesso superiore a quello in dotazione ai poveri poliziotti o all’esercito.

Oltre alle bonitas, tra le donne coinvolte in traffici criminali, la polizia messicana  ha scoperto anche delle modelle. È il caso di Laura Zúñiga, che alle passerelle sembra aver  preferito il traffico di cocaina: