Messico: l’esercito ha ucciso il signore della droga “Nacho” Coronel

Pubblicato il 30 Luglio 2010 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

Ciudad Juarez

Ignacio ‘Nacho’ Coronel, signore della droga messicana, è stato ucciso in uno scontro a fuoco con soldati dell’esercito federale a Guadalajara. Coronel, considerato il braccio destro di Joaquin Guzman, il narcotrafficante più ricercato del Messico, era conosciuto con il soprannome di ‘Re del cristallo’, perché controllava tutta la produzione e lo spaccio di metanfetamine verso gli Stati Uniti. Gli Usa avevano offerto 5 milioni di dollari per qualsiasi informazione che potesse portare alla sua cattura.

“Nacho” era stato individuato nella zona di Zapopan (Guadalajara), ha tentato di scappare ma è stato colpito a morte. Era considerato il numero tre del cartello di Sinaloa, l’organizzazione di Guzman. Ha gestito per anni la rotta del Pacifico garantendo il flusso di cocaina verso gli Usa. Ma la sua vera specialità sono stati i “cristalli”, ossia le anfetamine, altro stupefacente molto richiesto sul mercato statunitense.

L’uccisione di Coronel ha anche un valore politico: negli ultimi anni, le altre gang della droga hanno accusato le autorità di collaborare con i padrini di Sinaloa, attando gli altri cartelli.

L’uccisione di ‘Nacho’, ha detto il ministro della Difesa messicano, è un duro colpo per il cartello di Sinaloa di cui Coronel avrebbe assunto la guida dopo Guzman ‘il tappo’. Secondo fonti del governo messicano, dall’inizio dell’offensiva contro i narcotrafficanti lanciata dal presidente Felipe Calderon quattro anni fa sono morte 25mila persone in violenze legate alla droga.

Calderon è stato spesso accusato di essere più indulgente con il cartello di Sinaloa rispetto ad altri gruppi di narcotrafficanti. A dicembre l’esercito aveva ucciso un altro signore della droga, Arturo Beltran Leyva, conosciuto con una serie di soprannomi inquietanti da ‘Il capo dei capi’ a ‘La morte’.

Intanto, la situazione lungo la frontiera con gli Stati Uniti continua a essere quanto mai precaria. Il Dipartimento di Stato ha annunciato la chiusura temporanea del consolato a Ciudad Juarez: una decisione legata all’ondata di omicidi e violenze. Washington teme che i narcos possano lanciare nuovi attacchi con le autobomba.