Miami: virus Zika, vari casi. Colpa delle zanzare locali

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Agosto 2016 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA
Miami: virus Zika, vari casi. Colpa delle zanzare locali

Miami: virus Zika, vari casi. Colpa delle zanzare locali (foto Ansa)

MIAMI – Una serie di casi di virus Zika, trasmessa con ogni probabilità da zanzare locali, è stata identificata a Miami Beach: lo scrive il New York Times, citando le autorità sanitarie, che ora devono decidere se indicare una parte della frequentata città turistica come zona di trasmissione attiva di Zika o se avvisare le donne incinta di evitarla. Finora solo una zona nei dintorni di Miami, un miglio quadrato di Wynwood, è stata dichiarata zona di trasmissione attiva di Zika in Usa.

Intanto è possibile che non solo il cervello del feto, ma anche quello degli adulti sia vulnerabile a Zika. Il virus infatti è capace di aggredirlo, danneggiando cellule fondamentali per la memoria e l’apprendimento perché capaci di sostituire i neuroni danneggiati. Lo hanno scoperto sui topi i ricercatori guidati da Joseph Gleeson, della Rockfeller univeresity, il cui lavoro è pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell. ”E’ la prima volta che si osservano gli effetti di Zika sul cervello adulto – commenta Gleeson – e possiamo dire che l’infezione non è così innocua come si pensava”, anche se serviranno ulteriori studi per capire se questo danno ha delle implicazioni biologiche a lungo termine o può influire sul comportamento. ”Zika può entrare nel cervello degli adulti e portare devastazione – aggiunge Sujan Shresta, una dei ricercatori – anche se la maggior parte di chi viene infettato raramente mostra sintomi. L’effetto del virus sugli adulti può essere più sottile, e ora sappiamo cosa cercare”.

Zika agisce uccidendo le cellule staminali neuronali, cioè le cellule progenitrici dei neuroni, che sono abbondanti nel feto, ma di cui rimangono due ‘sacche’ anche in quello adulto, vulnerabili al virus. Sotto il suo attacco, queste cellule si perdono e riducono. ”Negli adulti Zika non attacca tutto il cervello, come avviene nel feto – continua Gleeson – ma solo queste cellule”, cruciali per apprendimento e memoria. Chi è in salute normalmente riesce a prevenire l’attacco del virus, ma chi ha un sistema immunitario indebolito potrebbe essere vulnerabile al virus, magari con possibili effetti nel lungo periodo sulla memoria o la depressione, tutti comunque da verificare.