L’ultima notte di Michael Jackson: insonne fino alla dose letale

Pubblicato il 8 Novembre 2011 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il medico Conrad Murray è stato condannato per aver ucciso Michael Jackson. La notte fatale del 24 giugno 2009 è stata ricostruita: valium, sonniferi e infine la dose Propofol somministrata proprio da Murray per curare l’insonnia del cantante. Un mix letale che il medico ha incautamente somministrato, che ha indotto non solo il sonno, ma la morte di Michael.

Jackson ha cenato per l’ultima volta con i suo tre figli il 24 giugno 2009, prima di partire per le prove del suo ultimo tour in preparazione, con la prima data fissata a Londra per il 13 luglio 2009. La prima delle 50 date del tour di addio alle scene per il re del pop. Durante l’ultima sera di prove allo Staples Center  prima di parire per la Gran Bretagna l’emozione e l’adrenalina era tanta e Michael Jackson non riusciva a dormire.

Inizia allora la crociata medica di Murray per curare l’insonnia del cantante. Prima il valium, ripetuto all’1,30 del mattino. Una flebo di lorazepam alle 2, il midazolam alle 3 e poi di nuovo il lorazepam alle 5. Ma alle 7,30 Michael Jackson era ancora sveglio. Così alle 10,40 del mattino Murray si decide e gli somministra una dose da 25 milligrammi di propofol. ;urray lo lascia finalmente solo a riposare, fino alle 12 circa, quando l’assistente del cantante gli lascia un messaggio in segreteria.

I figli Paris e Prince urlano mentre vedono il medico tentare di rianimare il loro papà ormai privo di sensi. L’ambulanza arriverà alle 12,27 a casa di Jackson, che alle 12,29 aveva già smesso di respirare. Giunto al Ronald Reagan Ucla Medical Center all’1,07 i tentativi di rianimarlo furono inutili. Michael Jackson fu dichiarato morto alle 2,26 del 25 giugno 2009.