Michael Jackson/ Manager e portavoce accusano: “Ucciso dai medici ciarlatani”. La polizia indaga. La star aveva debiti per 500 milioni di dollari

Pubblicato il 26 Giugno 2009 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA

Il manager e il portavoce della famiglia accusano: “L’hanno ucciso i medici imbottendolo per anni di farmaci inutili”. Ci vorranno settimane prima di poter avere qualche risposta sulle cause dirette della morte di Michael Jackson, che verranno stabilite dall’autopsia, ma ad occuparsi della morte del grande artista c’è già la polizia.  Il caso è stato affidato a una squadra speciale della sezione omicidi e rapine della polizia di Los Angeles.

Il Times ha lanciato stamattina un’ipotesi destinata a sconvolgere il mondo: l’arresto cardiaco che ha ucciso il `re del pop´ forse è stato causato da un’iniezione di calmanti. The Sun, citato da The Times, scrive oggi che un assistente di Jackson, poco dopo il ricovero, ha detto al personale medico del pronto soccorso dell’ospedale Ucla di Los Angeles, che il cantante era collassato dopo un’iniezione di Demerol, un potente calmante simile alla morfina e che può, in certi casi, provocare arresto cardiaco. La notizia viene chiaramente presentata come una delle tante congetture che girano intorno a questa scomparsa improvvisa.

Se a parlare è  Tarak Ben Ammar però la faccenda si complica. Secondo l’ex manager di Jackson sono stati i medici “ciarlatani” che, approfittandosi della rinomata ipocondria della star, l’hanno imbottito di medicinali sino a farlo morire. Certo è che Michael Jackson tra due settimane avrebbe dovuto iniziare una serie di concerti all’arena O2 di Londra per lui molto impegnativi, a causa della salute cagionevole e i motivi di stress esistevano. Dopo oltre 10 anni di silenzio artistico, pare che il cantante avesse espresso irritazione per il fatto che le date degli show fossero passate da dieci a 50. Una decisione presa dagli organizzatori dell’evento. «Non so come farò a fare 50 spettacoli, sono molto stanco», disse la star dopo questa decisione.

A complicare la situazione emotiva e fisica dell’artista era anche in un momento di grande difficoltà economica che stava vivendo. Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, il re del pop doveva ai suoi creditori una somma che si aggira sui 500 milioni di dollari, l’equivalente di più di 350 milioni di euro.

A questi debiti ora si aggiungono i danni per i mancati concerti: la Aeg Live, la società Usa che aveva convinto Jackson a programmare una cinquantina di spettacoli, potrebbe perdere 348 milioni di euro. Per quei concerti, che dovevano partire il 13 luglio, era già stato venduto un milione di biglietti che ora saranno rimborsati. Jackson si era visto costretto a ipotecare il ranch Neverland, dove si era rinchiuso durante il processo per molestie sessuali avvenuto nel 2005.

Nel 2001 l’artista aveva ottenuto un prestito da 200 milioni di dollari dalla Bank of America, ma le sue vicende giudiziarie lo avevano costretto a svenarsi per gli avvocati e ne avevano ridotto l’appeal in termini di vendite di dischi. Ai debiti pregressi si aggiunge il problema dei concerti annullati.