Michael Jackson, primo giorno di processo. Il pm: “Il medico ripulì la scena prima di chiamare i soccorsi”

Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 18:05 OLTRE 6 MESI FA

Michael Jackson

Prima giornata di processo e prime dichiarazioni per il caso di Conrad Murray, il medico accusato della morte di Michael Jackson. Il pubblico ministero ha assestato un giudizio pesante nei confronti del medico che aveva in cura il cantante. Il quadro emerso è quello di un uomo che tenta frettolosamente di nascondere le prove che potrebbero portarlo alla condanna per omicidio colposo. ”Il medico ha eliminato tutte le possibili prove dalla scena, prima di chiamare l’ambulanza, una volta trovata la pop star priva di sensi” ha dichiarato il pubblico ministero ieri, martedì 4 gennaio, durante il primo giorno del processo per la morte di Jackson, per overdose lo scorso 25 giugno 2009, a pochi giorni dal ritorno sulla scena con una serie di concerti a Londra.

”Sono trascorsi più di 20 minuti tra il ritrovamento del corpo privo di sensi nel suo letto e la chiamata ai paramedici, da parte del suo team, e questo è un indizio fondamentale – ha dichiarato il procuratore distrettuale David Walgren – il 911 non è stato allertato dal medico ma da i membri dello staff del cantante.” Jackson è morto dopo l’assunzione di una dose massiccia di un potente anestetico solitamente utilizzato in chirurgia, che lui utilizzava come cura per l’insonnia. Murray, medico con studio a Huston, in Texas, e con una seconda pratica medica a Las Vegas, era stato assunto per prendersi cura del cantante in vista di una serie di concerti a Londra. ”Dopo una giornata di prove sul palco – ha continuato Walgren – Murray ha somministrato a Jackson diversi calmanti, cominciando con una dose di Valium all’1:30 di notte e terminando la terapia con un’iniezione di Propofol tra le 10:40 e le 11 del mattino.”

Fra i testimoni anche due membri dello staff di Jackson che hanno detto che il medico alla vista del corpo del cantante esangue è entrato in panico agendo in maniera agitata e non professionale. Faheem Muhammad, il capo della sicurezza di Michael Jackson ha dichiarato: ”Sono entrato nella stanza di Michael dopo essere stato avvertito dell’emergenza e Murray mi ha chiesto di portare una guardia medica che potesse eseguire il massaggio cardiaco; la cosa mi ha sorpreso molto, perché Murray é un cardiologo.”. Murray era al cellulare quando ha scoperto il corpo, e in base alle registrazioni telefoniche un tempo fra i 19 e i 21 minuti è trascorso prima che Murray chiedesse di chiamare il pronto soccorso.

”Agiva un modo agitato, e praticava le tecniche di rianimazione con una mano sola, intanto chiedeva a un membro dello staff di raccogliere tutte le medicine nella stanza – ha raccontato Muhammad -. Il corpo del cantante aveva occhi e bocca aperti”. Il pubblico ministero ha quindi chiesto se dava segni di vita e Muhammad ha risposto: ”No signore, non ne dava”. A rendere la situazione ancora più tragica era la presenza dei figli del cantante sulla porta della stanza ”Paris era seduta sulla porta e piangeva”. Muhammad ha inoltre ricordato che quando l’ambulanza è intervenuta il medico non ha comunicato il forte trattamento prescritto al cantante, dalla legge non contemplato per l’utilizzo domestico, perché estremamente pericoloso.

Fra i testimoni della prima giornata del processo anche Kanny Ortega, il coreografo dei concerti e regista del film This is it, uscito qualche mese dopo la morte del cantante. Ortega ha testimoniato che sei giorni prima della morte Jackson si é presentato alle prove con un aspetto molto stanco: ”Sembrava perso, era spaventoso, non sapevo cosa stesse succedendo ma ho capito che qualcosa stava andando storto. Nei giorni successivi ci siamo incontrati a casa del cantante e Murray ha dichiarato che Michael era abbastanza forte fisicamente e emotivamente per continuare con le prove. Ricordo che mi disse di lasciare a lui le questioni che riguardavamo la sua salute”. La strategia della difesa di Murray cercherà di dimostrare l’ipotesi di suicidio e nelle prossime giornate è prevista la testimonianza di 35 testimoni tra cui periti medici, investigatori, addetti alla sicurezza e personale dello staff presente nei giorni precedenti la morte del cantante.