L’Afghanistan ha un tesoro nel sottosuolo, gli Usa lo sanno già dal 2007: chi si spartirà la “torta” da miliardi di dollari?

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 19:20 OLTRE 6 MESI FA

Una scoperta che vale miliardi di dollari: con risorse sconfinate in metalli, l’Afghanistan potrebbe presto trasformarsi da piagata zona di guerra a una vera miniera d’oro. Ma se oggi il New York Times dà la notizia come se fosse una recente scoperta, c’è chi è pronto a giurare che la miniera dell’Afghanistan fosse cosa nota agli Usa già nel 2007, grazie a un promemoria del Pentagono. E’ forse per questo motivo, per mettere le mani su un tesoro quantificabile in migliaia di miliardi di dollari, che il presidente Obama, nel 2009, ha deciso di rafforzare le truppe nel paese asiatico?

Il New York Times viene smentito da uno studio condotto nel 2007 dall’Istituto geologico statunitense, che in quell’anno pubblica un rapporto che spiega come “l’Afghanistan sia dotato di risorse naturali che lo rendono il paese più dotato di minerali di alta gamma dell’intera regione”. I risultati di quello studio non potevano essere sconosciuti, perchè annunciati nel 2007 durante la conferenza annuale Usa-Afghanistan di Washington. Ferro, rame, cobalto, oro e metalli industriali come il preziosissimo (e raro) litio. Le sole riserve di questo minerale,  materiale indispensabile per le pile dei pc e dei telefonini, sarebbero comparabili a quelle della Bolivia, primatista mondiale del settore. Una fortuna immensa che fa gola.

Ma la notizia esce solo domenica 13 giugno. Perchè? Secondo l’influente sito di informazione Huffington Post sarebbe tutta una strategia del Pentagono, che in un periodo di stallo della guerra in Afghanistan vuole creare le basi per rendere più accettabile il fatto che le truppe americane potrebbero rimanere nel paese ancora per un bel po’ di tempo.

Insomma, il tesoro afghano è diventato il motivo numero 1 della permanenza americana nel paese? Quanto conta questo sconfinato tesoro nella decisione di Obama di aumentare le truppe? E soprattutto: la “torta” verrà spartita anche tra gli altri alleati Nato presenti in zona, Italia inclusa?