Braccio di ferro Italia-India sul “tribunale” per i marò

Pubblicato il 7 Marzo 2012 - 16:54 OLTRE 6 MESI FA

I marò Latorre e Girone accompagnati in carcere

ROMA – Braccio di ferro tra Italia e India. Monti non ha dubbi: “La giurisdizione a Kochi è italiana”. Monti ha parlato con il premier indiano Singh del caso dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che dopo giorni di fermo nella guest house di Kochi, sono stati inviati nel carcere di Trivandrum su ordine della Corte di Kerala. Monti ha intimato a Singh: “India rispetti il diritto all’immunità per i militari sulle navi contro la pirateria, o tutte le missioni sono a rischio”. Singh in accordo con Monti non vuole tensioni tra i due paesi. Ora su richiesta di palazzo Chigi l’India sta valutando il trasferimento dei due marò un luogo più adeguato rispetto al carcere.

”Nel ribadire al Premier indiano la massima attenzione e preoccupazione con cui il Governo segue le vicende dei Marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il Presidente del Consiglio ha ricordato che il presunto incidente – le cui dinamiche sono ancora tutte da accertare – è avvenuto in acque internazionali e che la giurisdizione sul caso è, di conseguenza, solo italiana”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi sulla telefonata fra Mario Monti e il premier indiano Manmohan Singh.

”Ogni atteggiamento da parte indiana non pienamente in linea con il diritto internazionale rischierebbe di creare un pericoloso precedente in materia di missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria – missioni in cui sono impegnati anche militari indiani –  mettendone a repentaglio l’efficacia e le capacità operative”, ha detto Monti al premier Singh.

Monti  ha sottolineato ”che i due militari” italiani ”erano impegnati in una legittima missione internazionale di contrasto alla pirateria” e ha ”ribadito con forza la ferma aspettativa del Governo per un trattamento dei due Marò che rifletta pienamente il loro status”. Il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Premier indiano Singh ”hanno espresso l’intenzione di rimanere in stretto contatto sino alla soluzione della vicenda”.

”Il Presidente Singh ha condiviso le preoccupazioni” di Mario Monti ”volto ad evitare che si creino tensioni tra India ed Italia e che la vicenda rechi pregiudizio alla collaborazione tra i due Paesi e alle missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria. Ha assicurato che prestera’ la massima attenzione alle richieste” di Monti, ”a cominciare da quella sul trasferimento dei due Maro’ dalla prigione ad altro luogo di custodia adeguato allo status dei due militari”. Lo riferisce palazzo Chigi. La telefonata, sottolinea la nota, e’ avvenuta ”su iniziativa” del presidente del Consiglio italiano. E si e’ trattato, aggiunge il comunicato, di un ”lungo colloquio”.

Per risolvere positivamente la vicenda dei due maro’ italiani detenuti in India bisogna evitare ”qualsiasi elemento di incrinatura” dei rapporti tra Roma e Delhi e agire con il massimo riserbo sul piano giudiziario, politico e diplomatico. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha spiegato che ”l’unica via” per riportare i militari in Italia e’ quella di condurre ”un’accorta azione sul piano giuridico e giudiziario”, sottolineando come l’India abbia il proprio ordinamento. Serve quindi un’azione ”molto riservata” ed una politica che eviti una rottura politica con il governo indiano.  Giorgio Napolitano, ricordando la telefonata intercorsa oggi tra il premier Monti e il primo ministro indiano Singh, ha spiegato che la conversazione e’ stata impostata ”sulla massima cordialita”’ e ha confermato ”lo sforzo per una reciproca comprensione”.