Morto l’architetto Oscar Niemeyer, Brasile in lutto

Pubblicato il 6 Dicembre 2012 - 01:34 OLTRE 6 MESI FA
Oscar Niemeyer, morto a 104 anni

SAN PAOLO – E’ morto a Rio de Janeiro a 104 anni l’architetto Oscar Niemeyer. Il decesso è avvenuto nell’ospedale samaritano dove era ricoverato. La notizia è stata data dalla tv brasiliana Globo interrompendo la programmazione.

”Non è l’angolo retto che mi attrae, né la linea diritta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell’oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita”.

Con questa frase Niemeyer sintetizzava il suo credo stilistico che ha influito su centinaia di opere, da Brasilia a tutto il mondo. Niemeyer è conosciuto come il padre della nuova capitale del Brasile, inaugurata nel 1960. Era nato a Rio de Janeiro nel 1907. Nel 1928 si era sposato con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova. Nel 1934 si laurea ingegnere architetto e va a lavorare nello studio di Lucio Costa, futuro disegnatore del piano di Brasilia.

”Non volevo, al contrario della maggior parte dei colleghi, adattarmi a questa architettura commerciale che vediamo dappertutto – ha detto Niemeyer – Nonostante non avessi un soldo, ho preferito lavorare gratuitamente nello studio di Costa dove trovavo le risposte ai miei dubbi di giovane studente”. E’ di quegli anni il contatto con Le Corbusier che ha influenzato molto il suo stile basato sulle estreme possibilità del cemento armato.

Nel 1945 entra nel partito comunista brasiliano: passo al quale resterà fedele fino alla morte. Nel 1947 viaggia a New York per lavorare al Palazzo di Vetro dell’Onu. Ma e’ nel 1951 che l’originalità delle linee rotonde che contraddistinguono il suo stile si impone a livello mondiale. In quell’anno disegna a San Paolo il Parco Ibirapuera, con la sede della Biennale e la Oca, una struttura in cerchio derivata dalle capanne degli indios, e l’edificio Copan.

Cinque anni dopo vincerà con Lucio Costa il concorso per il piano pilota della nuova capitale, che sostituirà Rio de Janeiro con una città avveniristica spostata più a nord, al centro della savana brasiliana. Niemeyer vi realizza decine di edifici.

I più famosi sono il Palazzo dell’Alvorada e quello del Planalto, sedi del presidente della Repubblica, le cupole convessa e concava del Congresso, il palazzo di Itamaraty, sede del ministero degli esteri, e la cattedrale, ancora oggi considerata il capolavoro di Niemeyer: ”Ho evitato le soluzioni delle vecchie cattedrali buie, che ricordano il peccato. Al contrario ho fatto scura la galleria di accesso alla navata, e questa l’ho voluta tutta illuminata, colorata, rivolta con le sue belle vetrate allo spazio infinito”.

Nel 1964 soffre sulla sua pelle il golpe militare. ”Durante la dittatura tutto è stato differente – ha ricordato -. Il mio studio è stato saccheggiato. I miei progetti poco a poco hanno incominciato ad essere rifiutati. Il posto di un architetto comunista e’ a Mosca, mi disse un giorno un ministro”.

E’ di quegli anni la celebre frase di Fidel Castro: ”Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti rimasti a questo mondo”. Nel 1967 va esule a Parigi. Dell’anno seguente è il suo più famoso progetto in Italia: la sede della Mondadori a Segrate. Torna in Brasile alla fine della dittatura e progetta il Memorial da America Latina a San Paolo, e il Museo di Arte Contemporanea a Niteroi, citta’ dirimpettaia di Rio de Janeiro. Negli Stati Uniti vince nel 1988 il premio Pritzker, il Nobel dell’architettura.

Nel 1996, riceve il Leone d’Oro della Biennale di Venezia e nel 2000 disegna il progetto dell’auditorium di Ravello, inaugurato nei primi mesi del 2010. Nel 2005, e’ stato inaugurato dalla Tim l’auditorium del Parco Ibirapuera, a San Paolo, un progetto del 1954 rimasto per anni chiuso nel cassetto. Nel novembre del 2006 Niemeyer si e’ risposato all’eta’ di 98 anni con la sua segretaria Vera Lucia Cabreira, piu’ giovane di lui di 38 anni. Era contro il volere di Anna Maria, l’unica figlia, ma gli amici le hanno spiegato che il padre ”si era innamorato”. Ha lavorato fino all’ultimo nel suo studio panoramico davanti alla spiaggia di Copacabana.

”L’architettura è il mio hobby – diceva spesso Niemeyer – una delle mie allegrie: creare la forma nuova e creatrice che il cemento armato suggerisce, scoprirla, moltiplicarla, inserirla nella tecnica piu’ d’avanguardia. Questo e’ per me inventare lo spettacolo dell’architettura”.