Myanmar dilaniato dalle guerre civili: 90mila profughi in fuga dagli scontri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2017 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Myanmar dilaniato dalle guerre civili: 90mila profughi in fuga dagli scontri

Myanmar dilaniato dalle guerre civili: 90mila profughi in fuga dagli scontri

ROMA – Mentre in Europa si discute, in Italia si litiga, in Oriente e in Africa la violenza etnica stravolge la vita di milioni di persone. Ultimo strazio: il Myanmar, a ex Birmania o Burma, Paese con decine di minoranze etniche, tutte storicamente perseguitate dal potere centrale, tutte storicamente in guerra, spesso scivolando nel terrorismo, per la libertà e la sopravvivenza.

Da quando ad agosto sono scoppiate le violenze in Bangladesh, da Myanmar sono fuggiti 90.000 Rohingya. Ci sono stati scontri, una controffensiva dei militari in cui hanno perso la vita non meno di 400 persone. Ma nessuno si occupa dei Rohingya. Sono troppo distanti. Non ci sono affari da concludere, accoglienze da gestire, comunicati stampa da diffondere, scrive The Express Tribune.

Gli agenti di Myanmar hanno accusato i militanti di Rohingya di aver dato fuoco alle case, aver ucciso dei civili ma gli osservatori dei diritti umani e i Rohingya che fuggono nel Bangladesg, affermano che gli incendi dolosi e le uccisioni da parte dell’esercito, aveva come obbiettivo quello di cacciarli.

Il trattamento dei buddisti di Myanmar nei confronti dei circa 1,1 milioni di musulmani Rohingya, è la sfida più grande che dovrà affrontare la leader Aung San Suu Kyi, accusata dai critici occidentali di non esprimersi a favore della minoranza che da tempo lamenta una persecuzione.

Le 87.000 persone che hanno oltrepassato il confine, supera il totale dei Rohingya scappati da Myanmar dopo un attacco decisamente minore a ottobre scorso, un’operazione militare in cui l’esercito fu accusato di gravi violazioni dei diritti umani.

La stima più recente, basata sui calcoli degli operatori umanitari dell’ONU nella zona frontaliera di Cox’Bazar, in Bangladesh, è di quasi 150.000 Rohingya che, da ottobre, hanno cercato rifugio nel Paese.

“Stiamo cercando di costruire delle case, ma non c’è sufficiente spazio”, ha detto Mohammed Hussein, 25 anni, fuggito da Myanmar cinque giorni fa e che sta ancora cercando un posto dove abitare.

“Qui non è arrivata nessuna ONG. Non abbiamo cibo. Alcune donne hanno partorito in strada. I bambini malati non vengono curati”.

Un campo non ufficiale per i rifugiati Rohingya, è sorto a Balukhali dopo gli attacchi di ottobre, e si è esteso in modo drammatico. Più di 11.700 “residenti etnici” sono stati evacuati dal Rakhine settentrionale, ha detto il governo, riferendosi a chi non è musulmano.

Il presidente turco Tayyip Erdogan, ha dichiarato che la violenza nei confronti dei musulmani è stata un genocidio, ha chiamato il presidente del Bangladesh Abdul Hamid per offrire un aiuto così da proteggere la fuga di Rohingya, così come riferito dal ministero degli Esteri del Paese, ma non è chiaro se sia stato offerto un aiuto economico.
Di recente, una bomba è stata lanciata all’ambasciata di Myanmar a Giakarta e il ministro degli Esteri indonesiano, Retno Marsudi, avrà un incontro a Myanmar con Suu Kyi e altri funzionari, per emettere fine alle violenze.