Naufragio, sopravvissuti e pm: “C’è stata una collisione”. Onu: almeno 800 morti

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Aprile 2015 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA
Naufragio, sopravvissuti: "C'è stata una collisione". Onu: almeno 800 morti

Naufragio, sopravvissuti: “C’è stata una collisione”. Onu: almeno 800 morti

CATANIA – Si sono spostati su un lato del barcone, facendolo ribaltare, ma prima “c‘è stata una collisione”, o perlomeno questo è quello che hanno raccontato agli operatori umanitari dell’Unhcr i sopravvissuti alla tragedia consumatasi nella notte tra sabato e domenica al largo di Malta. Secondo la procura di Catania, il naufragio del barcone sarebbe da attribuirsi all’insieme delle due cose: lo spostamento dei migranti sull’imbarcazione, che era sovraffollata, e l’errata manovra dello scafista che l’ha portata a collidere con il mercantile King Jacobs. Il bilancio delle vittime aggiornato, secondo le Nazioni Unite, è di almeno 800 morti.

Lo scafista che era al comando del barcone naufragato al largo della Libia, nel cercare di nascondersi e non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l’imbarcazione che sarebbe entrata in collisione con il mercantile portoghese King Jacob, il primo a raggiungere le coordinate per prestare i soccorsi. Erano le 22 di sabato quando hanno avvistato il mercantile portoghese, che era stato dirottato in zona dalla centrale operativa della Guardia Costiera. A quel punto il tunisino che era alla guida avrebbe puntato la prua dell’imbarcazione verso la nave ma, una volta avvicinatosi, avrebbe pilotato senza la dovuta attenzione.

“Voleva guidare la barca – hanno raccontato i sopravvissuti – e allo stesso tempo nascondersi tra di noi”.

Questo atteggiamento del tunisino avrebbe portato il barcone ad urtare la King Jacob. A quel punto a bordo è scoppiato il panico:

“Tutti hanno iniziato ad agitarsi quelli che erano più in basso hanno solo sentito l’urto ma non vedevano niente e volevano salire. Alcuni di quelli che erano sul ponte sono finiti in acqua subito. La barca ha cominciato a muoversi sempre di più e poi si è rivoltata”.

All’Unhcr i migranti hanno raccontato di esser partiti dalla Libia sabato mattina, attorno alle otto, e hanno sostenuto che a bordo c’erano circa 800 persone.

I 27 superstiti sono arrivati lunedì sera a Catania: 24 di loro hanno trascorso la notte nel Centro accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo. Tre di loro sono stati accompagnati dalla polizia di Stato in una struttura riservata per essere sentiti come testimoni. La Dda della Procura di Catania vuole “cristallizzare e tenere incontaminata la loro ricostruzione”.

Sono invece detenuti nella casa circondariale di piazza Lanza a Catania i due presunti scafisti, un tunisino ritenuto il comandante del peschereccio naufragato, e un siriano, suo assistente di bordo. Nei prossimi giorni saranno interrogati dal Gip che dovrà decidere sulla convalida del provvedimento restrittivo e sulla contemporanea emissione di un’ordinanza di custodia cautelare. Alla loro identificazione si è giunti grazie alle testimonianze degli altri 26 sopravvissuti, compreso il 33enne del Bangladesh ricoverato nell’ospedale Cannizzaro.