Nave delle polemiche: “i guadagni vanno ad Haiti”, lettera al Corriere

Pubblicato il 19 Gennaio 2010 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

La lussuosa «Independence of the Seas»

A seguito dell’articolo «Haiti: crociera, barbecue e shopping con vista sul morto» – che parlava del fatto che la lussuosa «Independence of the Seas» non ha mutato itinerario nonostante il terremoto, permettendo ad alcuni passeggeri di scendere dalla nave e di godersi le spiagge di Labedee a soli 96 chilometri da Haiti – un ufficiale elettrotecnico a bordo della nave da crociera ha scritto una lettera al Corriere della Sera.

La riportiamo qui di seguito.

«Sono molto stupito da quanto scritto oggi sul Corriere della Sera riguardo a questa nave e la compagnia Royal Caribbean. Anzitutto a seguito del terremoto la compagnia si è attivata per aiutare i terremotati organizzando, a bordo di tutte le navi che passano a Labadee, una raccolta di fondi da parte di passeggeri ed equipaggio. Noi su questa nave, Independence of the Seas, prima di arrivare a Labadee siamo stati a San Juan de Puerto Rico. In questo porto abbiamo caricato riso, legumi, latte in polvere, acqua e generi di prima necessità che sono stati scaricati a Labadee al nostro arrivo. Altre navi della compagnia Royal Caribbean che passano a Labadee stanno facendo lo stesso. Inoltre il guadagno di tutte le navi facenti tappa a Labadee verrà donato alla popolazione haitiana colpita dal terremoto».

«In Labadee, Royal Caribbean affitta un’area dove ha costruito strutture per ricevimento e divertimento dei passeggeri delle proprie navi, dando lavoro alla popolazione locale che come sapete non ha molte opportunità in un Paese tanto disastrato come Haiti. Riguardo ai passeggeri, può essere che una parte di loro, non essendo al corrente delle intenzioni della compagnia Royal Caribbean, si sia detta disgustata; ma sapendo l’aiuto reale che stavamo dando ad Haiti, il loro disgusto io lo chiamerei ignoranza».

«Il turismo è una fonte di guadagno per la gente e per uno Stato: dopo il terremoto in Abruzzo in Italia i turisti forse non sarebbero dovuti andare a visitare Roma? Chi era in hotel avrebbe dovuto forse digiunare per rispetto alle vittime? Chi aveva già prenotato e pagato un viaggio o un tour in Italia avrebbe dovuto disdirlo per rispetto delle vittime? Mi auguro che simili articoli non vengano pubblicati in futuro risaltando l’immagine negativa di una consolidata compagnia di navi da crociera: cercate invece di risaltare quello che possiamo fare noi, equipaggio e passeggeri, per aiutare Haiti nel recupero da questa tragedia».