New York, figlio bamboccione di 30 anni non vuole lasciare casa: genitori lo portano in tribunale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Maggio 2018 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
New York, figlio bamboccione cacciato di casa da genitori e giudice

New York, figlio bamboccione di 30 anni non vuole lasciare casa: genitori lo portano in tribunale

NEW YORK – Il figlio bamboccione di 30 anni non vuole lasciare la casa dei genitori e il caso è finito in tribunale. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Il giudice di New York Donald Greenwood ha dato ragione a Mark e Christina Rotondo, intimando al figlio Michael di lasciare la casa dei genitori.

Più volte i coniugi Rotondo che vivono a Syracuse avevano invitato il figlio a trovarsi un lavoro e andare a vivere da solo, offrendogli anche un sostegno economico per diventare indipendente, ma lui si rifiutava. Dallo scorso febbraio i Rotondo hanno iniziato a inviare delle lettere al figlio, che non collaborava in alcun modo in casa, e gli hanno donato 1100 dollari per trovarsi una sistemazione, soldi che Michael ha incassato senza però muoversi.

Non sono poi mancati i consigli, con i genitori che dopo aver assunto un avvocato gli chiedevano di trovarsi un lavoro: “Ci sono posti disponibili anche per coloro con una pessima storia lavorativa, come te”. Ma Michael non aveva intenzione di iniziare a lavorare, nonostante i suoi 30 anni, né di vendere i suoi oggetti di valore per sostenersi e così il caso è finito in tribunale.

Il giudice Greenwood ha così ascoltato le motivazioni di Michael, lunga barba e lunghi capello, che sosteneva che in quanto figlio avesse diritto ad un preavviso di almeno 6 mesi prima dello sfratto. Il giudice però non è stato d’accordo e ha ordinato al giovane bamboccione di lasciare la casa paterna, ritenendo il preavviso dato ai genitori più che sufficiente. “Ti voglio fuori”, ha ordinato il magistrato. I coniugi Rotondo non hanno commentato la sentenza, mentre Michael si è già detto pronto a ricorrere in appello e ha definito il provvedimento “oltraggioso”: “Non vedo perché non possiamo semplicemente aspettare un po’ prima che me ne vada”.

(Video da YouTube)