Nigeria, protesta contro il caro benzina: centinaia in strada

Pubblicato il 3 Gennaio 2012 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Monta in Nigeria – primo produttore di greggio in Africa – il malcontento popolare dopo il taglio delle sovvenzioni governative per la benzina il cui prezzo e’ schizzato alle stelle sia sul mercato legale che su quello nero.

In centinaia hanno invaso oggi le strade di Lagos, la capitale commerciale del paese, per protestare contro i costi del carburante bruscamente raddoppiati dopo la decisione annunciata dalle autorita’ il primo gennaio.

La Bbc riferisce che i manifestanti si stanno dirigendo verso gli uffici del governatore e che lungo il percorso hanno rivolto insulti ai gestori delle pompe di benzina incitandoli a interrompere la vendita. Nella capitale federale Abuja la polizia ha chiuso la principale arteria di accesso a Eagle Square, dove i manifestanti si sono dati appuntamento per oggi.

Almeno una dozzina di persone sono state arrestate durante cortei spontanei a Kano, nel nord, stando sempre all’emittente britannica a Lagos.

Ai distributori, dove da ieri e’ scattata la corsa all’ accaparramento della benzina, il prezzo di un litro di greggio e’ passato da 65 naira (moneta nigeriana equivalente a 0.66 euro) a 140 naira. Una cifra esorbitante in un Paese dove la maggioranza della popolazione vive come meno 1.5 euro al giorno.

Non meno preoccupante la situazione sul mercato nero, fonte di approvvigionamento per una larga fetta di nigeriani, dove si e’ passati da 100 a 200 naira per un litro di benzina.

Con il taglio effettuato sulle sovvenzioni al greggio il governo nigeriano punta a risparmiare circa 8 miliardi di dollari sul budget federale. Che, almeno nelle promesse, intende usare per migliorare le infrastrutture del Paese. Nonostante le rassicurazioni del presidente Goodluck Jonathan, i sindacati hanno subito ventilato lo spettro di uno sciopero generale.

Paradossalmente, pur essendo, insieme all’Angola il primo produttore africano di greggio, la Nigeria e’ pero’ costretta ad importare la benzina dall’estero perche’ non dispone di un numero adeguato di raffinerie. Le sole quattro esistenti nel paese coprono a malapena il 10% del fabbisogno nazionale. .