“Non era bondage, ma un anti-stress”: cardinale difende il prete con le manette

Pubblicato il 28 Gennaio 2013 - 17:27| Aggiornato il 9 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

SPRINGFIELD (USA) – Il bondage? Un modo per combattere lo stress. Si è difeso così padre Tom Donovan, sacerdote americano che lo scorso 4 gennaio dovette chiamare la polizia per essere liberato dalle manette e dal bavaglio con cui si era legato mani e bocca.

Una situazione a tutti gli effetti di bondage. Ma che il sacerdote, anti gay dichiarato, ha ridotto ad un modo come un altro per combattere lo stress.

La spiegazione, riporta la Wisconsin Gazette, è arrivata da un altro religioso noto per la sua netta contrarietà verso gli omosessuali: il cardinal Thomas Paprocki, vescovo dell’arcidiocesi di Springfield, in Illinois.

E’ stato Paprocki a dichiarare che Donovan non stava facendo alcun “gioco sessuale” la notte in cui dovette chiamare la polizia per essere liberato. Paprocki, che sta conducendo una battaglia contro la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso nel suo Stato, ha detto che in quel modo Donovan combatte lo stress della vita clericale.

Addirittura secondo il cardinale solitamente nelle situazioni di stress come quella che starebbe vivendo Donovan la gente finisce per prendere droghe, bere, giocare d’azzardo o darsi alla pornografia. Mentre nel caso del prete non si è verificata alcuna di queste condizioni. “Il suo self bondage, sostiene Paprocki, non era di natura sessuale”.

In ogni caso Donovan è stato messo in aspettativa dalla propria diocesi.