Nonno denuncia: “Mio nipotino di 3 mesi convocato dagli Usa come sospetto terrorista”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Nonno denuncia: "Mio nipotino di 3 mesi convocato dagli Usa come sospetto terrorista"

Nonno denuncia: “Mio nipotino di 3 mesi convocato dagli Usa come sospetto terrorista”

LONDRA –  Paul Kenyon, nonno di 62 anni di Harvey, un bimbo di tre mesi, sostiene che i funzionari dell’ambasciata degli Stati Uniti a Londra hanno convocato il nipotino per un colloquio. Per sbaglio aveva indicato sul modulo ESTA del neonato, compilato dai passeggeri internazionali, che un viaggio in Florida era per motivi di “terrorismo”.

Kenyon stava accompagnando Harvey nel suo primo viaggio all’estero, a Orlando, e per errore sul modulo aveva risposto “sì” alla domanda: “E’ coinvolto o è stato mai coinvolto in attività terroristiche, spionaggio, sabotaggio o genocidio”.

Il nonno afferma di aver causato incidentalmente la convocazione di Harvey da parte dell’ambasciata americana a Londra, prima che potesse partire.

Kenyon, proprietario di una fabbrica, di Poynton, Cheshire, stava per partire verso la sua villa a Orlando con la moglie Cathy, 57, la figlia Faye, 27, il compagno Jon Cairns, 31 e i due figli Ava, di tre anni, e il neonato Harvey.

“Avevo compilato i primi cinque moduli correttamente ma il tutto stava prendendo tempo, ha detto. Non avevo idea di aver fatto un errore su quello del bambino, finché ad Harvey non è stato rifiutato l’ingresso negli Stati Uniti. Non potevo credere che non si fossero accorti si trattasse di un vero e proprio errore e che un neonato di tre mesi non potrebbe fare del male a nessuno. Davvero, non riuscivo a crederci”.

“Insieme alla mamma e ad Harvey ci siamo recati all’incontro ed ovviamente il piccolo non poteva parlare. Il visto purtroppo non è arrivato in tempo, per cui con mia moglie e Ava siamo partiti mentre il bambino e i genitori sono arrivati a Orlando un paio di giorni dopo. L’intera faccenda è costata un extra di 3.000 sterline”, ha raccontato Kenyon.

“Speravo che l’ambasciata degli Stati Uniti si sarebbe resa conto che si trattava di un semplice errore. Alla domanda se sei un terrorista ho il sospetto che comunque non risponderesti “sì” sul modulo ESTA.

“Nel corso dell’incontro, il piccolo Harvey è stato buono, non ha mai pianto, avevo pensato di fargli indossare una tuta arancione da detenuto ma poi ho rinunciato. Non sembra abbiano senso dell’umorismo e non avrebbero visto il lato divertente”.

“Ovviamente non è stato mai impegnato in atti di spionaggio o genocidio, anche se a suo tempo ha sabotato un bel paio di pannolini ma ho evitato di denunciare il fatto all’ambasciata americana”. Il neonato è stato portato dalla sua abitazione a Poynton, Cheshire, all’ambasciata Usa a Grosvenor Square a Londra, per un colloquio durato circa 10 ore; il volo da Manchester a Orlando è di nove ore e mezza.