Nucleare. Ahmadinejad su sanzioni: “Sono come fazzoletti usati, dovrebbero finire nella spazzatura”

Pubblicato il 10 Giugno 2010 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

Mahmoud Ahmadinejad

Dieci pagine tese a colpire l’Iran sugli investimenti all’estero, le sue attività marittime e le transazioni bancarie, più otto pagine di allegati con le ‘liste nere’ di individui ed enti che saranno colpiti: la risoluzione numero 1929 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu è la quarta approvata dai 15 per persuadere Teheran a rinunciare alla corsa all’atomica.

Ma la risoluzione, secondo il presidente Mahmud Ahmadinejad,  “non valge un soldo” e “dovrebbe finire nella spazzatura come fazzoletti usati”. Con lui, ancora una volta, il presidente del Venezuela Hugo Chavez. “‘Inviamo un applauso al nostro amico Ahmadinejad, al popolo iraniano, al popolo palestinese. Viva Palestina, viva Iran”, ha detto il presidente venezuelano rivolgendosi al suo governo. E poi rilancia: “Perche’ non sanzionare Israele?”. Parlando di ”cinismo” dell’impero statunitense e dei suoi alleati, Chavez ha quindi detto che “Israele massacra, assassina, non applica le Risoluzioni delle Nazioni Unite, uccide, invade e fa quello che gli interessa”.

Anche dalla Turchia arriva l’appoggio all’Iran. Il primo ministro turco Tayyip Erdogan ha definito “un errore” le sanzioni imposte mercoledì dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu (sia Turchia che Brasile hanno votato contro le sanzioni). Erdogan ha poi confermato che con il presidente Lula continueranno a perseguire la via della trattativa diplomatica con la repubblica islamica.

Anche la Cina, che ha votato le sanzioni, ha affermato che la risoluzione “non significa che la porta è chiusa ad una soluzione diplomatica”. Il presidente iranianio Mahmoud Ahmadinejad è atteso venerdì in Cina, dove parteciperà alle celebrazione della ‘giornata dell’Iran’ all’Expo di Shanghai.

Anche Barack Obama, pur condividendo l’operato dell’Onu, crede che “la porta al dialogo resta aperta, ma l’Iran deve dimostrare alla comunità internazionale la natura pacifica delle sue attività atomiche”. Ma la risposta da Teheran lascia spazio solo a futili speranze: “L’Iran continuerà l’arricchimento dell’uranio”, ha poi ribadito l’ambasciatore all’Aiea di Vienna Ali Ashgar Soltanieh.

Intanto la stampa israeliana il giorno dopo la ratifica della risoluzione giudica le nuove sanzioni contro l’Iran un passo positivo, ma non sufficiente per obbligare Teheran a desistere dai progetti nucleari, che si sospetta abbiano fini militari. Per lo Yedioth Aharonoth, che cita diversi esperti, le sanzioni non otterranno l’effetto sperato soprattutto perche “non colpiscono il ventre molle dell’Iran: l’industria petrolifera”.

Una conseguenza delle nuove sanzioni è però che “l’opzione militare cessa per ora di essere di attualità anche per gli Stati Uniti”. “Israele – afferma il Maariv – non ha motivo di gioire per una risoluzione che non risolve nulla”. A suo parere “le sanzioni non marcano l’inizio di un processo che priverà l’Iran della capacità di produrre bombe atomiche; possono invece segnalare la fine del processo diplomatico”.

L’adozione di nuove sanzioni, afferma Haaretz, è una vittoria per il presidente Usa Barak Obama ma “sia Israele che gli Usa si rendono conto che le nuove sanzioni non piegheranno l’ Iran; a questo fine la chiave si trova nelle sanzioni complementari che gli Stati Uniti intendono imporre assieme ad altri stati che sono dello stesso parere”.