Terremoto in Nuova Zelanda, 65 morti e oltre cento dispersi. Christchurch distrutta

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 - 12:28 OLTRE 6 MESI FA

SYDNEY -E’ calata la notte, fredda e piovosa, sulla sventurata città di Christchurch nell’isola del sud della Nuova Zelanda, colpita oggi per la seconda volta in cinque mesi da un devastante terremoto, che ha infierito stavolta non di notte ma all’ora di pranzo, nel pieno di una giornata lavorativa, causando almeno 65 morti e decine di feriti. Elicotteri e gru hanno tratto in salvo sopravvissuti atterriti dai palazzi pericolanti, ma piu’ di 100 sono ancora i dispersi, mentre la massiccia operazione di ricerca e salvataggio continua nella notte.

I soccorritori, affiancati dai militari, lavorano freneticamente per liberare decine di persone rimaste intrappolate negli edifici crollati. Il sisma di bassa profondità, di magnitudo 6,3 gradi Richter, ha colpito la città di 350 mila abitanti alle 12.51 locali (00.51 in Italia) a soli 5 km di distanza dal centro e ad una profondità di appena 4 km, distruggendo gli edifici cittadini e interi sobborghi.

Data la maggiore vicinanza alla città e la sua scarsa profondità è stato più distruttivo di quello di settembre che aveva una magnitudo di 7,1. La scossa è durata circa un minuto ed è stata estremamente violenta, scuotendo gli edifici avanti e indietro ed è stata seguita da costanti scosse di assestamento, alcune fino a magnitudo 5,6.

Testimoni oculari hanno descritto la scena come ”orrenda” e le immagini Tv hanno mostrato auto sepolte sotto le macerie, scene di disperazione, persone ferite confortate e aiutate ad allontanarsi per strada.

Un numero imprecisato di passeggeri sono morti a bordo di due autobus rimasti schiacciati sotto le macerie. Numerosi edifici storici sono distrutti ed è crollata la guglia della cattedrale anglicana, precipitando nella piazza centrale della città. Le strade sono allagate dall’acqua che si riversa dalle condutture spaccate. Interrotte nell’80% della città le linee telefoniche ed elettriche.

Rimane operativo l’ospedale centrale benché danneggiato e per creare spazio molti pazienti sono stati trasferiti in altri ospedali dell’isola, che sono stati preparati ad accogliere le centinaia di feriti, mentre in alcune parti di Christchurch vengono allestiti ospedali da campo. Centinaia di persone trascorrono la notte al freddo nei parchi della città.

L’aeroporto è chiuso e i voli sono deviati sulla capitale Wellington. ”E’ una scena di totale devastazione. Stiamo assistendo al giorno più nero della Nuova Zelanda”, ha detto il premier John Key, nel confermare il bilancio provvisorio dei morti, destinato a salire, forse a raddoppiare, ha aggiunto. Il sindaco Bob Parker ha proclamato lo stato di emergenza, che ha chiuso l’accesso al centro città per garantire la sicurezza del pubblico e permettere ai soccorritori di operare.

Due squadre dei servizi di emergenza sono partite dall’Australia per aiutare nelle operazioni di soccorso e la premier australiana Julia Gillard ha offerto al suo omologo John Key ogni altro aiuto che possa essere richiesto. La Nuova Zelanda, le cui due isole si ergono sull’incontro delle piattaforme tettoniche indo-australiana e del Pacifico, registra in media piu’ di 14 mila terremoti l’anno, di cui circa 20 raggiungono magnitudo 5 o più.

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