Omicidio Jamal Khashoggi, liberato il saudita arrestato in Francia: non è lui il sospetto ricercato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Dicembre 2021 - 16:30 OLTRE 6 MESI FA
Omicidio Jamal Khashoggi, liberato il saudita arrestato in Francia: non è lui il sospetto ricercato

Omicidio Jamal Khashoggi, liberato il saudita arrestato in Francia: non è lui il sospetto ricercato (Foto Ansa)

Nessun arresto nelle indagini per l’omicidio del giornalista saudita, residente negli Usa, Jamal Khashoggi, fatto a pezzi nel consolato di Riyad ad Istanbul nel 2018: il cittadino saudita fermato in Francia martedì 7 dicembre non era la persona effettivamente ricercata.

Omicidio Jamal Khashoggi: l’uomo fermato in Francia non è il sospetto ricercato dalla Turchia

L’uomo, fermato perché sospettato di essere un membro del commando coinvolto nell’assassinio del giornalista Khashoggi, non corrisponde in realtà al sospetto per cui la Turchia aveva emanato un mandato d’arresto internazionale ed è stato rimesso in libertà. Lo riferisce il procuratore generale di Parigi, Rémy Heitz.  

Omicidio Jamal Khashoggi: rilasciato l’uomo fermato in Francia

Secondo il procuratore francese, l’uomo era stato fermato “sulla base di un mandato d’arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie turche il 5 novembre 2018 nel quadro dell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi”, ma “accurate verifiche relative all’identità di questa persona hanno permesso di stabilire che il mandato non si applicava ad essa”.  L’uomo arresto ieri è stato dunque “rimesso in libertà”.

La presa di posizione dell’ambasciata dell’Arabia Saudita in Francia

Già ieri sera, l’ambasciata dell’Arabia Saudita a Parigi aveva dichiarato che il suo cittadino arrestato ieri mattina all’aeroporto parigino di Roissy-Charles-de-Gaulle mentre stava per imbarcarsi su un volo con destinazione Riad non ha “nessuna connessione” con l’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi e aveva chiesto il suo “rilascio immediato”.

“Il cittadino in questione non ha alcun legame con il caso”, aveva twittato l’ambasciata, aggiungendo che gli “assassini” sono già stati processati in Arabia Saudita e “stanno scontando” la loro pena lì.