Sudafrica. Omicidio Terreblanche, avvocati spiegano: “Tentò di sodomizzare i due giovani”

Pubblicato il 12 Aprile 2010 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA

Per i suoi sostenitori Eugene Terreblanche, il leader degli Afrikaner che ancora si oppongono alla fine del regime di apartheid decretata sedici anni fa in Sudafrica, è stato ucciso per una vendetta. Gli avvocati difensori dei due giovani arrestati per l’omicidio spiegano invece che alla base dell’aggressione c’è stato nulla più di una legittima difesa: l’uomo avrebbe infatti cercato di sodomizzare uno dei due giovani e la reazione che ne ha portato alla morte non sarebbe stata che una conseguenza del tentativo di abuso.

Per la vicenda erano stati arrestati il 28enne Chris Mahlangu e un minore di 15 anni, entrambi operai nella tenuta agricola del leader afrikaner, che si erano presentati spontaneamente alla polizia.

Terreblanche era stato ucciso a bastonate lo scorso 3 aprile. Aveva 69 anni. Era stato trovato sul suo letto, con i pantaloni abbassati al livello delle ginocchia. «Proprio il tentativo di sodomia – ha spiegato l’avvocato Me Puna Moroko, legale di Mahlangu, al Sunday Times – sarà uno degli elementi che utilizzeremo per sostenere la difesa nel processo». Quello della violenza sessuale è un elemento nuovo: fino a domenica si era pensato che alla base del gesto vi fossero dei contrasti legati al mancato pagamento di stipendi.

Secondo la ricostruzione di Me Moroko, Terreblanche avrebbe anche cercato di far bere i due giovani prima di tentare la violenza. Nessun dettaglio è invece stato diramato dall’avvocato che difende il minorenne, Zola Majavu: «Quel giorno è successo qualcosa di choccante – si è limitato a dire -. Racconterò quello che il mio cliente mi ha rivelato solo il giorno del processo». I due giovani dovranno comparire mercoledì davanti al tribunale di Ventersdorp. In quell’occasione potrà essere chiesta il loro rilascio su cauzione.