Onu. 50 anni fa Krusciov batteva la scarpa sul tavolo del Palazzo di Vetro

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 - 12:58| Aggiornato il 20 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

Nikita Krusciov

Era il 12 ottobre 1960: in una accesa sessione dell’Onu, Nikita Krusciov si toglie una scarpa sbattendola sul tavolo, solo brandendola secondo altre fonti, per protestare contro le affermazione del delegato filippino, che accusava l’Urss di “imperialismo” in Europa orientale.

Quell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la quindicesima, è ricordata come una delle più infuocate nella storia dell’organismo nel XX secolo. Il 3 ottobre, il leader sovietico chiede dal palco del Palazzo di Vetro le dimissioni del segretario generale Dag Hammarskjold, accusandolo di complicità con le potenze occidentali per l’intervento dei caschi blu nell’ex Congo belga, stretto nella morsa della guerra civile, e reclamando il rispetto del diritto all’indipendenza dei popoli.

Nei giorni successivi, sempre nel corso dell’Assemblea, Krusciov interrompe l’intervento del premier britannico Harold Macmillan, ‘reo’ di aver espresso il proprio sostegno al segretario Onu, battendo vistosamente e ritmicamente i pugni sul tavolo, insieme al resto della delegazione sovietica presente. Il 12 ottobre, il capo delegazione delle Filippine, Lorenzo Sumulong, dichiara nel suo intervento che “la risoluzione proposta dall’Urss sul diritto inalienabile all’indipendenza dei popoli dovrebbe essere estesa anche alle genti dell’Europa orientale e di ogni altro Paese che sono state private del libero esercizio dei diritti politici e civili inghiottiti, per così dire, dall’Unione Sovietica”.

Krusciov, chiedendo senza successo al presidente dell’Assemblea di richiamare il delegato filippino “all’ordine”, prima sbatte i pugni sul tavolo, poi una scarpa. Nel corso degli anni sono emerse numerose e discordanti ricostruzioni: il leader sovietico avrebbe solo brandito la scarpa, l’avrebbe solo appoggiata e così via.

Ciononostante, il “Krusciov che batte la scarpa” è una icona indelebile del XX secolo entrata nella storia della coscienza collettiva. Tanto che, nel 2008, quando Mountazer al-Zaidi, un giornalista iracheno, diventa di fatto un eroe del mondo arabo tirando una scarpa contro il presidente Usa George W. Bush nel corso di una conferenza stampa, Krusciov torna alla memoria, e quel ricordo della protesta all’Onu fa dire a molti che Zaidi è divenuto il “Krusciov iracheno”.