Orlando, dipendente licenziato spara in azienda italiana: 5 morti. Poi si è ucciso

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Giugno 2017 - 17:23 OLTRE 6 MESI FA
Orlando, uomo spara in azienda

Orlando, uomo spara in azienda: almeno 5 morti

ORLANDO – Sparatoria in un’azienda italiana di Orlando, in Florida. Lo rende noto la polizia di Orange County, citata dalla Cnn.

Un uomo ha aperto il fuoco sui dipendenti di un’azienda, uccidendone cinque. Poi si è tolto la vita.

L’autore della strage, sempre secondo quanto riferiscono i media Usa, era un dipendente frustrato e arrabbiato, dettaglio questo che ha subito sgomberato il campo dalla pista terroristica. Alcuni giorni fa era stato licenziato dalla stessa azienda.

La sparatoria, riferisce Fox News, è avvenuta lunedì mattina intorno alle 9 ora locale, a Forsyth Road, in un’area alla periferia nord ovest della città e non lontano dalla Full Sail University. L’area è di proprietà della Gerber, azienda italiana specializzata in lavori di carrozzeria e riparazioni auto. Si tratta di un’ampio spazio con parcheggi, diversi capannoni ed uffici.

Il killer, 45 anni, con precedenti per reati minori legati al consumo di stupefacenti, era stato licenziato lo scorso aprile. Già negli anni passati la polizia era dovuta intervenire per alcuni suoi comportamenti violenti. Stavolta però l’uomo, determinato a vendicarsi per quella che aveva sempre vissuto come un’ingiustizia, si è presentato all’interno degli uffici della Fiamma – azienda italiana con un centinaio di dipendenti sede nel varesotto e produttrice di accessori e ricambi per camper e furgoni – con una pistola e con un coltello.

In quel momento all’interno del capannone c’erano 12 persone. Il killer ha aperto il fuoco uccidendo sul colpo tre uomini e una donna. Poi, prima dell’arrivo della polizia, si è tolto la vita. Una quinta persona, gravemente ferita, è deceduta durante il trasporto in ospedale.

Negli occhi dei testimoni intervistati dai media il terrore. Dei sette sopravvissuti alcuni si sono salvati gettandosi a terra, altri nascondendosi nei bagni. Tra le vittime ci sarebbe anche il responsabile dell’ufficio.

L’episodio cade a una settimana dal primo anniversario del massacro del Pulse, il gay bar di Orlando in cui Omar Matinee la sera del 12 giugno uccise 49 persone ferendone oltre 50. Una delle più gravi stragi della storia americana, la cui matrice resta ancora oggi incerta tra l’ipotesi terroristica e quella legata alle vicende personali del killer.

Fatto sta che nel 2017 sono già 181 le sparatorie di massa negli Stati Uniti, ed hanno provocato 628 feriti e 252 morti. Una carneficina che riporta alla ribalta il dibattito sulla diffusione delle armi da fuoco in America. Dibattito che era al centro dell’agenda di Barack Obama e che ha inevitabilmente perso vigore con l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca, visto l’asse di ferro tra il nuovo presidente e la National Rifle Association (Nra), la potente lobby americana delle armi.