Osho: amore libero, droga, Rolex e Rolls Royce: la vera vita del guru indiano

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2018 - 07:00| Aggiornato il 6 Aprile 2018 OLTRE 6 MESI FA
Osho la vera vita

Osho

NEW YORK – Su una strada polverosa, tra le montagne dell’Oregon, ogni giorno alle 14:00 si riunivano centinaia di giovani vestiti in varie sfumature di arancione, aspettando che passasse una Rolls-Royce, sempre diversa, e al passaggio si inchinavano e lanciavano sul cofano delle rose.

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All’interno delle lussuose auto c’era il guru Bhagwan Shree Rajneesh, noto come Osho: cappello di lana, folta barba grigia e sorriso gioioso. Una volta passata la Rolls-Royce, i giovani tornavano a lavorare nei campi o a “cercare il vero sé” nelle riunioni di sesso di gruppo.

Rajneesh, da non confondere con Maharishi, il guru indiano dei Beatles, era a capo di una setta sessuale New Age, seconda a nessuno rispetto al “libero amore”, a tecniche di meditazione non ortodosse e comportamenti alquanto scandalosi.

In India, Osho era conosciuto come il “Guru del sesso” e attirava decine di migliaia di seguaci da tutto il mondo, comprese le celebrità, dal giornalista britannico Bernard Levin alla star del cinema Terence Stamp.

Negli Stati Uniti era stato soprannominato il “Rolls-Royce Guru”, dato che ne possedeva ben 93, questo titolo sembra più che giusto, scrive il Daily Mail.

I seguaci erano spesso professionisti pronti a rifiutare le regole della convenzione borghese e cercare l’illuminazione prima in India, poi nell’Oregon e nel Suffolk.

Alcuni avevano lasciato coniugi e figli, mentre altri avevano donato alla setta tutto ciò che possedevano. In cambio ricevevano una collana di perle con un medaglione su cui c’era la foto del guru, un nuovo nome Rajneeshi e l’impronta del pollice di Osho sulla fronte, che dava loro il “terzo occhio” dell’intuizione.

Il tentativo del gruppo di costruire una città utopica da 100 milioni di dollari in un angolo remoto dello Stato nord-occidentale dell’Oregon negli anni ’80 si trasformò nella sua rovina; esplose uno scandalo con tentati omicidi, brogli elettorali, contrabbando di armi e un avvelenamento di massa a tutt’oggi il più grande attacco di bio-terrorismo nella storia degli Stati Uniti.

La storia della trasformazione del movimento del Rajneesh da hippie pacifista e amorevole a persone armate di pistola è raccontata in un nuovo documentario in sei puntate intitolato Wild Wild Country.

I creatori hanno parlato con gli ex Rajneeshis, conosciuti anche come “sannyasin”, incluso il terrificante secondo in comando del guru, Ma Anand Sheela. Tutti sembrano avere nostalgia di quei giorni esaltanti.

Il documentario fa vedere home-video girati dal movimento ed è stato criticato per aver lasciato che gli spettatori decidessero se i Rajneesh fossero una spaventosa setta omicida o, come alcuni ancora sostengono, una pacifista minoranza religiosa perseguitata.

I fatti, sostengono gli ex procuratori e altre persone entrate in contatto con il gruppo, sono incontestabili, parlano da soli. Rajneesh era un docente di filosofia che, nel 1970, fondò un movimento spirituale e una comune a Pune, vicino a Mumbai, precedentemente Bombay. I suoi insegnamenti erano una bizzarra miscela di psicologia pop, antica saggezza indiana, capitalismo, permissività sessuale e barzellette spinte che leggeva su Playboy.

La meditazione di gruppo “dinamica“, eseguita con gli occhi chiusi e la musica pop a tutto volume, prevedeva momenti di danza frenetica, salti su e giù urlando “Hoo!”. Il sesso, molto e con il maggior numero possibile di partner, era al centro della sua filosofia. Insisteva sul fatto che la repressione dell’energia sessuale era la causa della maggior parte dei problemi psicologici.

Rajneesh sosteneva che il matrimonio monogamo era innaturale e incoraggiava la promiscuità senza restrizioni, incluso lo scambio di partner, dall’età di 14 anni. Dotato di uno sguardo accattivante, era molto carismatico al punto che per sentirlo parlare i seguaci lo seguivano in massa in stadi da 20.000 posti, ritenevano fosse un secondo Buddha.

Ma Rajneesh, nato nel 1931, non era un ascetico mistico in perizoma. Non ne aveva mai abbastanza di beni materiali: non solo Rolls-Royce, ma al contempo gioielli costosi e orologi Rolex tempestati di diamanti.

Nell’ashram a Pune, dove tenne una conferenza davanti a uno striscione lungo sei metri con la scritta “Arrenditi a me e ti trasformerò”, attirò gli occidentali benestanti.  Le terapie di gruppo erano talmente care che alcune seguaci per guadagnare di più lavoravano come prostitute.

Terence Stamp visitò l’ashram nel 1976 dopo che la fidanzata, la supermodella degli anni Sessanta Jean Shrimpton, lo lasciò. Rimase per diversi anni, allontanandosi dalla società. Anneke Wills, attrice britannica che aveva interpretato Polly, la compagna di Dr Who, si unì all’ashram nel 1975. “Le prime notti piangevo sul cuscino. Avevo scambiato la mia meravigliosa casa per un materasso in un dormitorio comune”, ha ricordato. “Ma lì c’erano delle persone meravigliose. Ero un po’ infastidita dalla questione del libero amore. Ne avevo abbastanza, m’interessava la meditazione”.

È rimasta sei anni, poi seguì Bhagwan quando si trasferì in Oregon, dove è diventò una delle migliaia di seguaci non statunitensi che stringevano matrimoni combinati per ottenere la cittadinanza.

Il passaggio di Rajneesh nell’Oregon, nel 1981, è stato motivato da un’indagine delle autorità indiane su una frode in materia di immigrazione, evasione fiscale e traffico di droga. Il gruppo acquistò un ranch di 64.000 acri vicino al piccolo insediamento di Antelope, e i 7.000 seguaci si trasferirono tra la popolazione residente ma fin dall’inizio non fu facile. Gli allevatori, armati di fucili, sulle macchine avevano posto l’adesivo “abbatti un Bhagwan” ma i Rajneeshis, in numero maggiore, ben presto presero il controllo della città con le elezioni locali.

Antelope fu ribattezzata Rajneeshpuram. I vincitori costituirono una “forza di pace” pesantemente armata, esercitandosi quotidianamente con i mitra Uzi e giravano per la città con una jeep su cui era montata una mitragliatrice calibro 30.

Un parco locale era riservato per prendere il sole nudi. Una donna scandalizzata si era lamentata perché “sentiva giorno e notte gli orgasmi delle persone”.

Iniziarono a costruire una città autonoma di Rajneesh destinata a 50.000 residenti, con decine di case, negozi, ristoranti e persino un aeroporto. Ma la gente del posto intraprese un’azione legale, sostenuta da politici sempre più convinti che i Rajneeshis fossero una setta pericolosa.

Una prova allarmante includeva un documentario della BBC in cui un giornalista britannico, lo scomparso Christopher Hitchens, aveva filmato una delle sessioni di terapia sessuale: il filmato mostrava una folla di uomini e donne nudi stipati in una stanza, che urlavano e si attaccavano a vicenda.

In un’altra si vedeva una donna “nuda, circondata da uomini che le urlavano contro, attiravano l’attenzione su tutti i suoi difetti fisici e psichici, fino a quando lei è scoppiata in lacrime e si è scusata”. “A questo punto è stata abbracciata e confortata, detto che ora ha una famiglia. Singhiozzando entra umilmente nella tribù”. Hitchens aveva aggiunto: “Non era assolutamente chiaro cosa doveva fare per poter rientrare in possesso dei vestiti, ma su questo ho sentito alcune testimonianze credibili e sgradevoli”.

I bisogni sessuali di Rajneesh erano in gran parte soddisfatti dall’amante britannica, un’attraente bruna dai capelli lunghi di nome Christine Wolf Smith, o Vivek, come l’aveva ribattezzata. Tra le voci che avesse un suo harem, si vantava di aver avuto rapporti sessuali con “centinaia di donne”.

Afflitto da problemi di salute, Rajneesh aveva già smesso di parlare ai seguaci prima del suo arrivo negli Stati Uniti. Si ritirò nel periodo di silenzio, viveva in un complesso molto sorvegliato e raramente usciva per dei giri pomeridiani. Lasciò la cura del movimento a Ma Anand Sheela, la segretaria, che divenne il portavoce ufficiale.

Sheela era una giovane donna indiana la cui piccola statura e sorriso disarmante nascondevano invece una spietata megalomane che girava con una grossa pistola sul fianco. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per preservare la sopravvivenza del movimento e il suo potere.

Nel 1984, i Rajneeshis raccolsero 6.000 senzatetto provenienti da tutti gli Stati Uniti e li portarono a vivere nel ranch come un apparente atto di carità. Li avevano ingaggiati così da farli registrare per votare a un’elezione per la commissione locale della contea, che i Rajneeshis volevano controllare in modo da ottenere il via libera per la costruzione della loro città.

Il dominio di Sheela fu minacciato quando Hollywood rimase affascinata dal guru. Francoise Ruddy, l’affascinante coproduttore de Il Padrino lanciò per lui una raccolta fondi nella sua villa di Hollywood Hills, gli ospiti appagavano l’avidità del guru: donavano gioielli costosi, tra cui un orologio di diamanti da 3 milioni di dollari che aveva richiesto.

Rajneesh stava anche spendendo pesantemente per soddisfare la seria dipendenza dalle droghe, assumeva grandi quantità di Valium e inalava il protossido di azoto (gas esilarante). Forse delirante a causa degli stupefacenti, si convinse che fosse imminente una catastrofe globale. Chiese al medico personale, l’inglese George Meredith, di fornirgli dei farmaci che garantissero una morte indolore.

Ormai la paranoica Sheela stava infastidendo personalità importanti del gruppo, incluso il guru. Dopo aver ascoltato le discussioni sulla morte di Rajneesh con Meredith, convinse i più stretti alleati che il medico stesse complottando la morte di Osho e decisero di ucciderlo.

Jane Stork, una seguace australiana, fece un’iniezione di adrenalina al medico che invece è sopravvissuto. “Mi sentivo come Giovanna d’Arco, che stava andando in battaglia”, dice Stork nel documentario. “Si trattava di mantenere in vita il Bhagwan”.

Ma il nome del dottore era solo uno di quelli presenti nella lista di “nemici” della setta stilata da Sheela. Comprendeva giornalisti locali, funzionari e il Procuratore degli Stati Uniti per l’Oregon, Charles Turner.
Sapeva che Turner stava pianificando di incriminare il gruppo per la frode di immigrazione attraverso i matrimoni fittizi che aveva organizzato in modo che i seguaci stranieri potessero rimanere in America.
Jane Stork acconsentì di nuovo a essere l’assassina, aspettando tutto il giorno fuori dall’ufficio di Turner con un revolver. Ma lui non uscì.

Anche l’amante di Rajneesh, Vivek, era stata presa di mira. In seguito disse all’FBI che credeva che Sheela le avesse dato una tazza di tè avvelenato che le aveva causato tachicardia e nausea.  La setta aveva un laboratorio di guerra biologica e alcuni bersagli ricevevano scatole di cioccolatini contaminati. Un giudice per poco non perse la vita dopo averne mangiato uno.

Mentre le relazioni all’interno del gruppo si deterioravano, una notte di settembre del 1985, Sheela e un piccolo gruppo di alleati fuggirono dal ranch e andarono in Germania occidentale.

Furioso per la diserzione, Rajneesh interruppe il silenzio durato quattro anni e accusò pubblicamente di vari reati lei e la sua “banda di fascisti”, tra cui tre tentatidi omicidio e appropriazione indebita di 55 milioni di dollari di fondi. Ha ipotizzato che l’avesse fatto per motivi di gelosia, perché non voleva andare a letto con Sheela.  “Ha dimostrato di non essere una donna ma una perfetta cagna”.

Sheela a suo volta definì il movimento un “gigantesco raggiro” praticato da un uomo che non era minimamente interessato all’illuminazione. Tuttavia, le accuse di Rajneesh permisero all’FBI di entrare nel ranch, dove trovarono un bunker segreto sotto la casa di Sheela, contenente 10.000 registrazioni su nastro dalla sua operazione di intercettazione, oltre a un arsenale di pistole non registrate destinate a una “squadra d’assalto” di Rajneeshi.

Mentre i federali interrogavano i seguaci emersero altri complotti ancor più diabolici: nel tentativo di eliminare gli elettori non-Rajneesh di Antelope, avevano cercato di avvelenare l’approvvigionamento idrico della vicina e più grande città, The Dalles, introducendo i castori, poiché portatori di batteri nocivi.
Quando i castori si rivelarono troppo grandi per poter scivolare attraverso il serbatoio, furono messi nei frullatori e poi immessi nel serbatoio.  Non funzionò e allora contaminarono il cibo in mostra nei ristoranti con la salmonella. Più di 750 persone si ammalarono gravemente e alcune, tra cui un neonato, rischiarono la vita.

Sheela e altri sette furono estradati negli Stati Uniti, giudicati colpevoli di reati di cospirazione tra cui aggressione, tentato omicidio, incendio doloso, avvelenamento di massa e intercettazioni illegali. Fu condannata a 20 anni di carcere, ma rimase solo 29 mesi: poi fu deportata. Anche Jane Stork finì in galera. Due seguaci britannici, Susan Hagan e Sally-Anne Croft, furono accusati di complotto per il tentato omicidio di Turner.

Rajneesh fu accusato solo di frode in materia di immigrazione. Se avessero tentato di arrestarlo, i PM temevano una sanguinosa sparatoria con la squadra d’assalto ma il guru era fuggito su un jet Lear. È stato catturato quando l’aereo era atterrato per fare rifornimento poco prima di lasciare l’America.

Il guru accettò un patteggiamento e fu deportato. Tornò a Pune, si ribattezzò Osho e morì nel 1990, a 58 anni, per insufficienza cardiaca. Nel mondo, attualmente c’è ancora un piccolo numero di fedeli a Rajneeshi.

Negli anni successivi all’apogeo della setta, gli ex membri hanno rivelato brutte verità sulla cultura dell’amore libero: alcune donne sono state violentate, talvolta costrette ad abortire e quasi il 90% dei seguaci aveva contratto una malattia a trasmissione sessuale. Hanno anche ammesso che Rajneesh aveva opinioni molto sgradevoli, tra cui essere un fan di Hitler e dell’eutanasia.

Il ranch dell’Oregon, un tempo paradiso del sesso libero, ora è un campo di giovani cristiani evangelisti americani cui viene insegnata la virtù dell’astinenza sessuale.