Pakistano arrestato a New York: voleva far saltare la Federal Reserve Bank

Pubblicato il 18 Ottobre 2012 - 00:43 OLTRE 6 MESI FA
New York, la sede della Federal Reserve Bank

NEW YORK  – Il 17 ottobre sarebbe dovuto essere il ‘Giorno x’: Quazi Mohammad Rezwanul Ahsan Nafis, 21 anni, originario del Bangladesh, ha parcheggiato il suo minivan carico di quella che lui credeva essere una carica da 450 chili di esplosivo davanti alla sede della Federal Reserve Bank (Fed) a New York, a due passi dal World Trade Center, e ha tentato di innescare il detonatore, per far saltare il tempio del dio dollaro. Ma è stato a quel punto che gli agenti dell’Fbi, che ne seguivano da mesi le tracce di presunto ‘jihadista’ e seguace di Al Qaida, sono intervenuti per arrestarlo. Lo sventato attacco è stato reso pubblico poco più tardi, con i dettagli del progetto.

Secondo quanto reso noto dalle autorità federali, Nafis era arrivato negli Stati Uniti nel gennaio scorso, con lo scopo preciso di compiere un attentato. Aveva in mente di ”distruggere l’America”, secondo le parole contenute in un comunicato del procuratore di New York. Da allora ha iniziato a prendere in considerazione vari obiettivi e, affermando di avere contatti con Al Qaida all’estero, a cercare possibili complici.

Presto si è imbattuto in quelli che riteneva fossero simpatizzanti dell’internazionale del terrore, ma tra loro, riferisce il New York Times, c’era un informatore dell’Fbi. Attraverso lui, Nafis è quindi entrato in contatto con un agente sotto copertura, che ha finto di assisterlo nella preparazione dell’attentato e gli ha infine anche fornito il presunto ordigno. Ma si trattava in realtà di una carica che non sarebbe mai potuta esplodere.

Dopo aver considerato di far saltare in aria Wall Street e altre sedi di istituzioni finanziarie che avrebbero potuto creare un pesante contraccolpo all’economia americana e internazionale, Nafis ha infine scelto la Fed, nella parte meridionale di Manhattan, e la mattina di mercoledì 17 ottobre, dal suo covo a Long Island, è passato all’azione. Il piano è andato ‘liscio’, fino a quando non sono scattate le manette.

Secondo il New York Post che cita fonti diverse, dopo aver parcheggiato il furgoncino davanti all’obiettivo designato, Nasif si sarebbe allontanato dirigendosi verso l’hotel Millenium, da dove ha poi provato invano a innescare la bomba, tramite un telefono cellulare. E’ qui che gli agenti federali lo hanno infine bloccato.

L’accusa mossa contro di lui è di aver complottato per fare uso di armi di distruzione di massa contro gli Stati Uniti e di aver tentato di fornire assistenza materiale ad Al Qaida. Ora, ha sottolineato Mary Galligan, vice direttore dell’Fbi, il giovane bengalese ”dovrà far fronte a conseguenze severe”, proporzionate alle sue intenzioni. Rischia una condanna pesantissima.