Migranti, Papa Francesco: “Accogliamo i naufraghi che approdano sulle nostre coste”

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Gennaio 2020 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, Papa Francesco: "Accogliamo i naufraghi che approdano sulle nostre coste"

Papa Francesco in udienza generale nell’aula Paolo VI (Foto Ansa)

ROMA – “Accogliamo i naufraghi che approdano con le nostre coste”. Così Papa Francesco torna a parlare di migranti, concludendo la sua catechesi nell’udienza generale, dedicata anche oggi al libro degli Atti degli Apostoli e alla figura di San Paolo.

“Chiediamo oggi al Signore di aiutarci a vivere ogni prova sostenuti dall’energia della fede – ha esortato Bergoglio – e ad essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste, perché anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù. È questo che salva dal gelo dell’indifferenza e della disumanità”.

“Leggete il libro degli Atti degli Apostoli e vedrete come il Vangelo, con la forza dello Spirito Santo, arriva a tutti i popoli, si fa universale. Prendetelo, leggetelo”, ha raccomandato il Papa all’inizio dell’udienza. E parlando di San Paolo, prigioniero in viaggio per nave da Cesarea a Roma, del suo naufragio e dell’approdo sull’isola di Malta, Francesco ha spiegato che “il disegno che guida Paolo verso Roma mette in salvo non solo l’Apostolo, ma anche i suoi compagni di viaggio, e il naufragio, da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale”, “per l’annuncio del Vangelo”.

A Malta, poi, gli abitanti “dimostrano una premurosa accoglienza”: “I maltesi sono bravi, sono miti, sono accoglienti, da quel tempo”, ha sottolineato papa Francesco, evidenziando anche “la benedizione di Dio per l’accoglienza di questo popolo tanto buono”. “Questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo”, ha detto quindi il pontefice evidenziando che “il soggiorno a Malta diventa per Paolo l’occasione propizia per dare carne alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati”.

“Un cristiano provato può farsi di certo più vicino a chi soffre, perché sa cosa è la sofferenza, e rendere il suo cuore aperto e sensibile alla solidarietà verso gli altri”, ha aggiunto. “Chiediamo a Dio di aiutarci a vivere le nostre prove con fede. E cerchiamo di essere sensibili alle sofferenze di coloro che ci vengono incontro, imparando ad accoglierli con quell’amore che viene dal nostro incontro con Gesù”, ha infine ribadito il Pontefice nel saluto ai pellegrini di lingua francese.

Fonte: Ansa