Papa Francesco e i due preti desaparecidos: l’accusatore Verbitsky lo scagiona

Pubblicato il 21 Marzo 2013 - 11:45| Aggiornato il 27 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

BUENOS AIRES – Papa Francesco e i due preti desaparecidos: Verbitsky lo scagiona. Horacio Verbitsky, il giornalista argentino che è stato il grande accusatore di Papa Francesco riguardo al suo atteggiamento durante la dittatura militare (1976-1983), ha ammesso oggi che le nuove dichiarazioni del sacerdote gesuita Francisco Jalics esimono di fatto l’allora provinciale dell’ ordine, Jorge Bergoglio, da ogni responsabilità nel suo arresto e tortura da parte dei militari.

In un articolo su Pagina12 (“Pasado pisado”), il quotidiano nel quale ha pubblicato le sue accuse contro il Papa, Verbitsky prima ricorda che Jalics si era dichiarato “riconciliato” con Bergoglio e “la riconciliazione è un sacramento cattolico che consiste nel perdonare le offese ricevute”, ma poi concede che “la nuova dichiarazione va molto più in là ed esime a Bergoglio da ogni responsabilità”. Il giornalista annota però che il sacerdote stesso riconosce di aver creduto di essere stato “denunciato insieme a (Orlando) Yorio e che c’è voluto un quarto di secolo perché arrivasse a una conclusione diversa”, e potesse dire che “è un errore affermare che la nostra cattura avvenne per iniziativa di Bergoglio”.

Infine, Verbitsky ricorda le diverse dichiarazioni rese durante gli anni da Yorio, ora deceduto, Jalics e altre fonti che sostenevano che l’allora padre Bergoglio non solo non aveva contribuito alla liberazione dei due sacerdoti – che furono detenuti illegalmente oltre cinque mesi – ma che di fatto li aveva denunciati lui alle autorità della dittatura come “sovversivi”.