Papa: “Contro la pedofilia ci vuole il bastone della Chiesa”

Pubblicato il 11 Giugno 2010 - 10:45 OLTRE 6 MESI FA

Il Papa, celebrando la messa di conclusione dell’Anno sacerdotale a piazza San Pietro, è tornato sul tema della pedofilia, condannando gli abusi ed invocando il perdono e dicendo: contro la pedofilia ci vuole il “bastone” della Chiesa.

“Chiediamo insistentemente perdono a Dio e alle persone coinvolte per gli abusi nei confronti dei minori commessi da religiosi – ha detto Papa Ratzinger – e intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più”.

Come il pastore, che “ha bisogno del bastone” per proteggere il suo gregge, e del “vincastro che dona sostegno ed aiuta ad attraversare passaggi difficili”, anche la Chiesa “deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientamenti. Proprio l’uso del bastone – ha aggiunto il pontefice – può essere un servizio di amore. Oggi vediamo che non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale”.

“Vogliamo ancora di più accompagnare i sacerdoti nel loro cammino – ha proseguito – affinchè il Signore li protegga e li custodisca in situazioni penose e nei pericoli della vita”.

Il sacerdozio non è “semplicemente ‘ufficio’, ma sacramento”: ha poi ribadito Benedetto XVI nell’omelia della messa definendo l’ordinazione “segno dell’audacia di Dio che si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore”.

“Era da aspettarsi – ha detto ancora il pontefice – che al ‘nemico’ questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto; egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perchè in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mond. E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati dei sacerdoti”.

“Se l’Anno Sacerdotale avesse dovuto essere una glorificazione della nostra personale prestazione umana, sarebbe stato distrutto – ha osservato Ratzinger – da queste vicende. Ma si trattava per noi proprio del contrario: il diventare grati per il dono di Dio, dono che si nasconde ‘in vasi di creta’ e che sempre di nuovo, attraverso tutta la debolezza umana, rende concreto in questo mondo il suo amore”.