Pena morte, il boia parla cinese: cinquemila giustiziati nel 2009

Pubblicato il 31 Luglio 2010 - 14:00 OLTRE 6 MESI FA

Nel 2009, i boia più impegnati sono stati quelli cinesi. Pechino, secondo un rapporto dell’ associazione Nessuno Tocchi Caino, l’anno scorso ha ordinato cinquemila esecuzioni sulle almeno 5679 totali registrate in tutto il pianeta. La Cina quindi, si colloca sul triste podio dei Paesi che hanno compiuto più esecuzioni al mondo, seguita da Iran e Iraq.

I tre Paesi, sottolinea il rapporto, sono caratterizzati da regimi ”autoritari”.

Nel 2009, su 43 Stati mantenitori della pena di morte, quindici hanno ordinato esecuzioni. Rispetto al 2008, in nove Paesi non sono state effettuate esecuzioni, tra cui Afghanistan, e Pakistan. Tre Paesi, invece hanno ripreso ad infliggere la pena di morte: Thailandia, Taiwan e Bielorussia, dove nel marzo 2010 sono state giustiziate due persone per omicidio.

Anche l’Autorità Nazionale Palestinese ha ripreso le esecuzioni, dopo cinque anni di sospensione. Il trend globale, evidenzia il rapporto, è positivo. Nel 2008 le esecuzioni sono state almeno 5735, circa 53 in piu’ rispetto all’anno scorso. Anche in Cina, benché la pena di morte sia considerata un segreto di Stato e i dati non siano così chiari, i giustiziati sono in diminuzione: sei anni fa erano diecimila, il doppio rispetto al 2009.

Tra i Paesi considerati democratici, il primato spetta agli Stati Uniti, dove lo scorso anno sono state registrate 52 condanne a morte eseguite.