Pilota russo Konstantin: fuga, boschi. Così mi sono salvato

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Novembre 2015 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA
Pilota russo: fuga, boschi e commando. Così mi sono salvato

La traiettoria del jet russo secondo la Turchia e secondo la Russia

ROMA – “Ci siamo buttati appena il missile ha colpito il nostro aereo all’improvviso, senza alcun preavviso. Ci siamo buttati e…”. Parla Konstantin Murakhtin, il pilota del jet russo che si è salvato dopo che un missile turco ha colpito il suo aereo.

Il lancio dal jet, poi la fuga nei boschi in terra nemica e infine la salvezza grazie a un commando amico. Non lo sa nemmeno lui come fa essere vivo: Murakhtin è vivo per miracolo e per un gran colpo di fortuna. Al suo compagno non è andata altrettanto bene: lui mentre cadeva col paracadute è stato impallinato dagli islamisti turcomanni e ucciso, il corpo esibito come trofeo in un video.

Murakhtin il 24 novembre era a bordo del jet russo nei cieli al confine tra Siria e Turchia, i cieli dove la Russia sta conducendo raid non solo contro l’Isis ma contro tutti i nemici di Assad. Tra questi, anche i turcomanni, minoranza islamica e radicale protetta neanche troppo velatamente dai turchi che in quello spicchio di Siria vedrebbero bene una zona indipendente per gli “amici” turcomanni.

A farne le spese i due piloti che lunedì, forse per qualche chilometro, hanno sconfinato in terra turca per finire colpiti dai missili di Ankara. Murakhtin dice di no:

“Volavamo a seimila metri. Il cielo era limpido. Il missile è arrivato improvvisamente sulla coda dell’aereo. Non l’abbiamo proprio visto. Non c’è stato neanche il tempo di fare una manovra. Pochi secondi dopo, già precipitavamo. E ci siamo buttati fuori…”.

Ora Murakhtin è vivo e passeggia per l’ospedale della base aerea di Hmeymim, terra siriana a 30 chilometri dalla Turchia. Putin l’ha già onorato della medaglia d’Eroe di Russia.

Ecco come si è salvato: si è paracadutato sulle montagne dei turcomanni nemici d’Assad. E’ scappato nei boschi, una fuga durata 12 ore e solo a questo punto è stato trovato dalle forze speciali, un commando congiunto russo e siriano penetrato per 4 chilometri e mezzo nei territori infestati dai terroristi. Poi il ricovero in ospedale e la medaglia d’Eroe di Russia.