Pink Pistols, dopo Orlando pistole ai gay che vogliono difendersi

ROMA – Una mitraglietta rosa shocking per i gay che, in caso di minaccia, volessero rispondere col fuoco. Perché “se le 49 vittime di Orlando fossero state armate, avremmo potuto avere una persona viva in più, invece che un sacco cadaverico”. Sembra l’ultima provocazione di Donald Trump ma invece a parlare è Gwen Patton, portavoce dei Pink Pistols (pistole rosa, appunto) associazione a favore delle armi come difesa per la popolazione omosessuale americana. Dopo la strage di Orlando, la pagina Facebook ha fatto il boom di iscritti: da 1500 a 7mila.

“Vogliamo diffondere un uso legale, sicuro e responsabile delle armi per le minoranze sessuali”, si legge sul sito web. Ed è un fatto che in America, all’indomani della strage omofoba, una buona parte della comunità gay abbia avvertito il bisogno di armarsi e di imparare a usarla in caso di bisogno. In Colorado molti rivenditori di armi hanno registrato un incremento di clienti Lgbt, nei giorni successivi al massacro del Pulse. Hanno già un vessillo: la solita bandiera arcobaleno con un serpente intrecciato, simbolo del patriottismo americano caro al Tea Party, il più strenuo sostenitore del diritto al possesso di armi.

L’associazione Pink Pistols, nata a Boston nel 2000, conta già 45 sedi sparse nel Paese nelle quali è possibile prendere parte a corsi e seminari per imparare a sparare.

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