Pirata Barbanera teneva a salute ciurma. Clisteri e siringhe sulla sua nave

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2015 - 09:18| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Pirata Barabanera teneva a salute ciurma. Clisteri e siringhe sulla sua nave

Pirata Barabanera teneva a salute ciurma. Clisteri e siringhe sulla sua nave

NEW YORK – Non solo un pirata feroce e spietato. Anche e soprattutto un pirata attento alla salute dei suoi uomini. Edward Teach, meglio noto come Barbanera, ha fama di essere stato un pirata feroce e spietato, quando imperversava nel Mar dei Caraibi ai primi del ‘700, ma alla sua ciurma ci teneva eccome, e gli garantiva la migliore assistenza medica possibile: ne sono convinti gli archeologi al lavoro sul relitto della sua nave, la Queen Anne’s Revenge, ritrovata nel 1996 al largo del North Carolina, in cui sono stati recuperati diversi strumenti medici per la cura delle ferite riportate negli abbordaggi, ma anche per varie malattie, come il ‘mal francese’, la sifilide.

Barbanera amava la pirateria e “per continuare ad esercitarla al meglio aveva bisogno di un equipaggio in buona salute”, ha detto al Washington Post Linda Carnes McNaoughton, una archeologa e curatrice del Dipartimento della Difesa, che collabora alle ricerche sul relitto.

Con un facile arrembaggio, il pirata Barbanera si impossessò nel 1717 della Queen Anne’s Revenge, una fregata che all’epoca veniva impiegata per il commercio degli schiavi per la Francia. Barbanera ne fece la sua ammiraglia, dopo essersi liberato del ‘carico’ che trasportava, ‘arruolandone’ solo un cuoco, il carpentiere e tre medici.

E di certo, prima che la nave finisse nel giro di un paio d’anni arenata sui coralli al largo delle coste della Contea di Carteret, i tre dottori francesi ebbero un gran da fare a curare le ferite da taglio o da arma da fuoco o le ustioni riportate in battaglia dagli uomini al soldo di Barbanera. Ma anche a guarirli da malattie come lo scorbuto, la dissenteria amebica o la sifilide.

Lo dimostrano alcuni dei singolari strumenti medici in gran parte realizzati in Francia e riportati a galla dagli archeologi. Finora, dal relitto sono stati recuperati cannoni, armi, una grande ancora, la campana di bordo e molti oggetti di vario tipo, tra cui spicca un clistere a pompa e anche una rudimentale siringa uretrale, con un ago ricurvo per iniettare nell’uretra del malcapitato malato del mercurio, che all’epoca si riteneva fosse curativo per il ‘mal francese’.

Ma le sorprese potrebbero non essere finite qui. Gli archeologi, ha sottolineato McNaoughton, finora hanno raggiunto la sezione media della nave e stanno ancora procedendo verso il fondo dello scafo, dove prevedibilmente sarà possibile trovare altri strumenti medici e indicazioni di come il feroce Barbanera si prendesse cura dei suoi uomini.