Pirati, Somalia/ Odissea in mare dell’eroe, il comandante Richard Phillips

Pubblicato il 12 Aprile 2009 - 08:48 OLTRE 6 MESI FA

Odissea in mare per il comandante Richard Phillips, 53 anni, americano del Vermont, un uomo pacifico a casa sua, un eroe nell’oceano, offertosi in ostaggio ai pirati per lasciare andare liberi i suoi venti uomini di equipaggio e la sua nave, la “Maersk Alabama”, che navigava nei mari della Somalia con migliaia di tonnellate di beni di soccorso per le popolazioni africane.

Si sta dirigendo verso la costa somala la scialuppa sulla quale si trova Richard Phillips, guardato a vista da cinque pirati somali, dopo un suo tentativo di fuga venerdì,  tuffandosi in mare e nuotando verso la nave da guerra americana che  si trovava nelle vicinanze.   

Un thriller del mare è in corso, con la scialuppa dei pirati alla deriva verso la costa e ben tre navi da guerra che la seguono da vicino: temono che se i pirati toccassero il suolo somalo avrebbero una via di fuga garantita; ma temono anche uno scontro a fuoco in mare aperto, da cui il comandante Phillips potrebbe uscire ucciso, magari da “fuoco amico”.

Il momento è molto delicato, perché l’odissea di Richard   Phillips è diventata negli Usa un caso politico: Obama, in conferenza stampa, non ha voluto rispondere, i repubblicani sono all’attacco per l’apparente incapacità della prima potenza mondiale di prevalere su una scialuppa con quattro pirati.

 I pirati somali in questo momento stanno tenendo in ostaggio 17 navi, sei delle quali catturate nell’ultima settimana: l’ultima ieri, il rimorchiatore italiano “Buccaner”, con sedici uomini di equipaggio, dei quali dieci italiani.

Gli ostaggi in pugno ai pirati sono 270.