La soluzione russa con i pirati sconfitti e catturati: lasciarli alla deriva

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA

Lo scorso novembre il presidente Dmitri Medvedev li aveva definiti”una comune minaccia”, e ora i russi hanno fatto vedere come intendono sconfiggere li pirati che infestano i mari al largo della Somalia.

Qualche giorno fa Aldar Akhmerov, capitano della nave anti-sommergibile russa ‘Maresciallo Shaposhnikov’, ha abbandonato su una zattera dieci predoni somali che si erano arresi dopo aver cercato di assaltare la petroliera ‘Università di Mosca’.

I pirati, lasciati con poco cibo e senza strumenti di navigazione, non hanno più raggiunto la riva. “Non avevamo l’ordine di ucciderli, ma solo di liberare la petroliera. Ecco perché li abbiamo lasciati andare”, si è giustificato l’ufficiale.

Medvedev l’aveva annunciato, aveva chiesto un approccio coordinato a livello internazionale. Perché se Mosca sceglie di abbandonare i pirati in mare,m lo Yemen decide invece di condannarli alla pena capitale.

Una soluzione intermedia è quella praticata da olandesi e danesi, che li hanno lasciati sulle spiagge del Puntland, lo stato autonomo somalo.

Un caso più unico che raro tra i Paesi occidentali è quello degli Stati Uniti, che si sono portati in patria Abduwali Abdukhadir Muse, un appartenente del gruppo che assaltò e sequestrò il cargo Usa ‘Maersk Alabama’. Portato in America,  Abduwali è stato processato e condannato dalla corte federale di Manhattan a 33 anni e 9 mesi di carcere.

Ma la soluzione più diffusa è il rilascio. Perché processare i pirati non è semplice. Vanno raccolte prove certe, e i capitani delle navi non ne hanno il tempo, e soprattutto non hanno da tempo da perder in dispute legali e diplomatiche.

Per di più, i bucanieri del ventunesimo secolo non sono ignoranti: hanno imparato a muoversi nei vuoti normativi.

Citato dalla Stampa, il comandante delle forze navali europee anti-pirateria Anne Applebaumricorda il caso si alcuni pirati che un mese fa, dopo essere stati catturati dalla Marina tedesca hanno citato in giudizio il governo di Berlino perché non poteva essere garantito un “processo equo” a Mombasa.

“Quando prendiamo i pirati non si capisce cosa si deve fare”, aveva detto Medvedev. Per poi aggiungere, scherzando: “Si potrebbe fare come nel Medioevo quando si impiccavano, ma in questo caso si verrebbe meno al rispetto dei diritti umani…”.