“Polizia stupida”: Obama fa un passo indietro ma non dice “I’m sorry”. “Dovevo usare meglio le parole”. La partita tra il poliziotto e il professore nero scuote l’America. E se succedesse in Italia?

Pubblicato il 25 Luglio 2009 - 02:30 OLTRE 6 MESI FA

Vi immaginate se la polizia italiana chiedesse le pubbliche scuse al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi? Circostanza altamente improbabile.

Invece, succede dall’altra parte dell’Oceano, dove la polizia americana è ai ferri corti con il presidente Barack Obama per quel suo avverbio «stupidamente», con cui ha definito l’operato dell’agente che ha arrestato il professore nero scambiandolo per un ladro. Da giorni la vicenda è al centro del dibattito nazionale. 

La marcia indietro di Obama giunge nel giorno in cui la Polizia di Boston gli ha chiesto di «scusarsi», definendo le sue critiche «sbagliate». Pur non pronunciando esplicitamente le parole «I’m sorry», Obama ha comunque osservato che l’intera vicenda ha dimostrato «quanto il fattore razziale» sia ancora «un aspetto problematico», un nervo scoperto, della società americana.

«Quando ho affrontato questa vicenda avrei dovuto scegliere meglio le parole da usare». Al di là del tentativo di Obama di «abbassare il volume» a livello politico nazionale, la vicenda prosegue sul piano locale e giudiziario: l’agente accusato di «stupidità», ha minacciato di querelare il professore che da giorni lo taccia di razzismo.

In più, l’agente James Cromley ha riferito che l’accademico, prima di essere arrestato, ha ripetutamente offeso lui e sua madre. Circostanza negata dal diretto interessato.