Disastro aereo di Smolenk: le scatole nere raccontano la tragedia

Pubblicato il 1 Giugno 2010 - 18:18 OLTRE 6 MESI FA

I piloti dell’aereo precipitato il 10 aprile scorso a Smolensk (Russia), con a bordo il presidente polacco Lech Kaczynski, la moglie Maria e altre 94 persone, pochi attimi primo dello schianto erano consci della imminente tragedia. È quanto risulta dalle trascrizioni dei colloqui registrati dalle scatole nere, pubblicate oggi a Varsavia.

Dalle registrazioni non emergono invece pressioni da parte del presidente per atterrare nonostante la nebbia, come era stato ipotizzato. Il Tupolev 154 dell’aeronautica polacca era diretto alla vicina Katyn, per la commemorazione dei 70 anni dell’eccidio di 22.000 ufficiali polacchi su ordine di Stalin.

Sull’aereo, oltre a Kaczynski, viaggiava l’élite militare e politica polacca. I morti sono stati complessivamente 96. Le trascrizioni consegnate da Mosca sono state diffuse, su proposta del premier Donald Tusk, sul sito del Ministero degli interni. Si tratta di circa 40 pagine in polacco, russo e inglese, con l’indicazione esatta dell’orario.

“Allora si vede la terra, cioè qualcosa si vede, forse la tragedia non ci sarà” dicono i piloti poco prima dello schianto. Le ultime due parole prima della fine sono state una imprecazione (“porca p…”), quindi il silenzio. Dalla registrazione del sistema di allarme di bordo si sente ripetutamente l’ordine di riprendere quota: “salite, salite… avanti terra”.

L’aereo, che volava a bassissima quota con pessima visibilità per la nebbia, ha toccato la chioma di un albero ai bordi della pista, ribaltandosi e quindi schiantandosi al suolo alle 10:41 locali (le 8:41 in Polonia e Italia). Alle 10:26 un pilota dice: “Nelle condizioni atmosferiche attuali non ce la faremo ad atterrare”.

Un’altra voce replica: “Faremo una prova, che però probabilmente sarà inutile”. Segue un commento del direttore del cerimoniale del ministero degli Esteri in cabina, Mariusz Kazana, che dice: “Allora abbiamo un problema”. La stessa voce alle 10:30 informa: “Per ora non c’é una decisione del presidente su cosa fare”.

Dopo la sciagura, dato che dalla torre di controllo russa erano arrivati numerosi avvertimenti a non atterrare, erano girate voci che a fare pressioni perché si atterrasse potesse essere stato lo stesso presidente. Dalle trascrizioni tuttavia non emergono conferme in tal senso. Tre minuti prima dello schianto, alle 10:38, si sente una voce non identificata dire: “si arrabbierà se…” ma non si capisce a chi si riferisca.